Per il mondo bancario, e non solo, è la notizia del giorno. Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via, con il decreto legge Investment compact, alla riforma delle banche popolari. Sono interessati solo 10 istituti, quelli con attivi superiori a 8 miliardi che, tempo 18 mesi, dovranno trasformarsi in SpA e rinunciare definitivamente al voto capitario.
Processo già avviato L’entusiasmo di Matteo Renzi: «E’ un momento storico perché dopo 20 anni interveniamo sulle Popolari» e la spiegazione del Ministro Pier Carlo Padoan: «è una misura che rafforza il sistema bancario italiano che andrà sempre meglio man mano che la ripresa si consolida» hanno avuto un controcanto altrettanto positivo ad Arezzo. Perlomeno da parte dei vertici di Banca Etruria, una delle 10 banche popolari primarie per le quali valgono le nuove regole. Oggi il presidente Lorenzo Rosi, che ha incassato un considerevole recupero del titolo in Borsa, sottolinea il fatto di avere annunciato già lo scorso agosto l’intenzione di trasformare Banca Etruria in SpA. La banca di via Calamandrei, da tempo alla ricerca di un partner di elevato standing come le era stato imposto da Bankitalia, dovrebbe essere avvantaggiata di fatto nei tempi e potrebbe arrivare alla trasformazione in SpA prima della scadenza dei 18 mesi fissata ieri per decreto ovvero ad una fusione ora facilitata proprio dal decreto. E alla sua conseguenza inevitabile per le leggi del mercato, il taglio drastico degli esuberi.
I dubbi di 400 dipendenti aretini Perché è chiaro che il processo di riforma imposto per decreto è anche dovuto – come spiega chiaramente oggi Marco Onado su Il Sole 24 ore – all’incapacità delle stesse Popolari di riformarsi. Le perplessità espresse dal quotidiano economico trovano una sponda politica all’interno della stessa maggioranza attraverso dichiarazioni di fuoco di Fioroni e di NCD ma soprattutto a livello sindacale. Gli esuberi nel settore hanno superato la soglia delle 10 mila eccedenze, in tanti avrebbero voluto un dibattito più ampio in Parlamento senza ricorrere ad un decreto che per definizione risponde alle urgenze ma che concede 18 mesi di tempo alle Popolari per cambiare pelle. Ad Arezzo, oltre 400 dipendenti di Banca Etruria proveranno sulla loro pelle che cosa si prova a cambiare pelle.