Banca Etruria si avvia a trasformarsi in una società per azioni. Il progetto, già illustrato nei suoi elementi essenziali all’Autorità di Vigilanza, «è inteso quale percorso strategico volto a favorire il rilancio di Banca Etruria nell’ambito di un programma imprenditoriale capace di coniugare l’integrazione con realtà bancarie più significative – ivi comprese le banche popolari – e fondi di investimento nazionali e internazionali, oltre che a favorire il rafforzamento patrimoniale della Banca e l’allargamento dell’azionariato a qualificati investitori istituzionali a tutela e valorizzazione delle migliori energie del territorio». Era un Lorenzo Rosi particolarmente orgoglioso quello che si è presentato nella tarda serata dell’11 agosto – giorno di Santa Chiara, ha tenuto a precisare egli stesso, una coincidenza che gli è molto garbata – in una conferenza stampa dai toni decisamente inaspettati. Ha esordito, il presidente di Banca Etruria, dicendo che le indicazioni ricevute dal cda in merito alla ricerca sia del partner industriale che di quelli finanziari sottintendono il fatto che in banca sono «consapevoli della necessità dell’aggregazione» e che, in questa prospettiva, il cda all’unanimità lo ha incaricato di dare ulteriore impulso al processo di integrazione, orientando la ricerca, oltre che verso l’individuazione di un partner industriale, anche verso primari fondi di investimento, anche internazionali (Banca Etruria ha, dalla sua, l’appeal di essere la banca dell’oro). In questa operazione la banca si avvarrà’ di un advisor finanziario del calibro di Mediobanca.
Semestrale in rosso Il cda – definito da Rosi, a ragione, epocale per la storica banca di Arezzo – ha anche approvato la semestrale chiusa in rosso per 97,8 milioni di euro. Il margine di interesse chiude a 78,3 milioni, in calo del 34,4%, «includendo l’effetto di riduzione del portafoglio titoli di Stato italiani avvenuto su invito dell’Organo di vigilanza». Le commissioni nette ammontano a 37,3 milioni, con una riduzione del 9,2%, mentre il margine dell’attività di negoziazione, copertura e fair value risulta positivo per 44,1 milioni, in riduzione rispetto ai 54,4 milioni di giugno. Sul fronte patrimoniale Banca Etruria trova «adeguata la posizione di liquidità, con un rapporto tra impieghi e forme stabili di raccolta pari a 87,9% in miglioramento rispetto al 2013. Si incrementa la raccolta indiretta, che si attesta a 4,5 mld (+7,2%). Il patrimonio netto consolidato è a 560,6 milioni, in riduzione rispetto ai 648,3 milioni di fine dicembre». Il gruppo sottolinea come il semestre sia stato contrassegnato dal perdurare di una fase di difficoltà, a fronte della quale Banca Etruria oppone oggi la scelta di una strategia che la vede attrice principale di un copione che si è scritto su misura e che ha convinto Banca Italia.
Il nuovo Dg Cabiati Infine, a sottolineare il passo di corsa – «lavoreremo incessantemente, anche a ferragosto, per definire l’intero processo per l’autunno; le persone, che sono una delle ricchezze della nostra banca, sono consapevoli della sfida, parecchi sono rientrati anticipatamente dalle ferie» – sempre ieri è stato nominato Daniele Cabiati come nuovo direttore generale, con l’obiettivo di «acquisire una figura che risulti maggiormente idonea a gestire il processo di rafforzamento, trasformazione e integrazione». Daniele Cabiati, sessant’anni, piemontese laureato in Amministrazione ed Economia Aziendale all’Università di Torino, specializzato in International Marketing all’INSEAD di Fontainebleau, ha rivestito rilevanti incarichi nel sistema bancario italiano: dalla responsabilità dell’Area commerciale del Banco Lariano alla Vice Direzione Commerciale dell’incorporante Sanpaolo; passato nel 2003 al Gruppo Generali, ha gestito la start up della banca del Gruppo, Banca Generali, di cui è divenuto Direttore Generale; ha successivamente ricoperto la posizione di Direttore Generale della SIM del Gruppo Banca Popolare di Milano dedicata alla clientela private; nel 2011 è entrato quale Direttore Generale in Banca di Cividale, contribuendo alla ristrutturazione operativa e societaria del Gruppo. Attualmente Cabiati stava svolgendo attività di consulenza per conto dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari (ICBPI) e ricopriva il ruolo di Senior Advisor per una società di consulenza internazionale.