Tra poche ore la lunga maratona elettorale sarà finita. Siena arriva esausta al ballottaggio per il sindaco. Domenica 9 e lunedì 10 si potrà finalmente votare e il responso delle urne avrà decretato il vincitore tra Bruno Valentini e Eugenio Neri.

A quel punto la città avrà, dopo un anno, un sindaco e un’opposizione. Chi sarà chiamato a governare dovrà farlo attivando tutte le proprie competenze e professionalità e chi sarà chiamato a opporsi lo dovrà fare, e lo farà ne siamo certi, senza accordi sottobanco.

Andrà così in archivio questa brutta stagione politica di veleni e questa, diciamolo francamente, non brillante campagna elettorale in cui in tanti hanno parlato ma in pochi hanno ascoltato. In cui si sono levate tante voci ma poche sembravano cantare in coro. Ad un certo punto è sembrato quasi che ogni candidato consigliere avesse un “suo” programma elettorale, sue priorità e sue ricette, a volte anche in aperto contrasto con la lista di appartenenza se non, addirittura, con il proprio candidato sindaco.

Sembra evidente, chiunque sarà il vincitore tra Valentini e Neri, che con queste elezioni è tramontata a Siena la primazia dei partiti politici tradizionali. Lo stesso partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico si è fermato al 25% dei consensi, perdendo in due anni oltre 5000 voti. Peggio è andata ai socialisti-riformisti (2%) e a Sel (5%) . Se non fosse stato per la lista “Siena Cambia” (10%) fortemente a sostegno di Bruno Valentini a rischio sarebbe stato il risultato dell’intero centrosinistra in grado di raccogliere in città solo un misero 32%. Addirittura peggio è andata ai partiti del centrodestra che, nella maggior parte dei casi, nemmeno si sono presentati sotto i propri simboli, rifugiandosi nel civismo di liste a sostegno di Tucci, Falorni o, appunto, Neri. Dalla settimana prossima, comunque vada il risultato, i responsabili dei partiti (non solo provinciali ma anche regionali e nazionali) dovranno riflettere molto sulla vicenda senese.

Intanto, nelle ultime due settimane di campagna elettorale abbiamo assistito al battibecco sempre più acceso tra i due candidati e le relative fazioni, come era naturale. E si è parlato anche di Monte dei Paschi, rimasto un po’ in ombra nella prima parte. E si è capito, ad esempio, che per Bruno Valentini non deve essere un tabù la quota del 4% ai privati, mentre Eugenio Neri non intende nemmeno discuterne, così come vuole convocare, se eletto, il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, sotto la Maestà di Simone Martini.

Entrambi, poi, si sono guardati dal fare nomi di possibili assessori per le rispettive Giunte. Quello che è normale nelle città che vanno al ballottaggio si vede che non lo è ancora a Siena. O forse i due candidati non ritenevano nessun nome in grado di spostare voti negli ultimi giorni. E così sono fioccate solo ipotesi di assessori, senza conferme né smentite.

Di certo è immaginabile che Valentini vorrà un forte assessorato al turismo, magari di concerto con le associazioni di categoria, mentre al personale potrebbe indicare un esterno alla politica forse un dirigente di azienda privata. Da Eugenio Neri non arrivano identikit per adesso anche se, pare, abbia le idee molto precise sui nomi da scegliere per la sua squadra.

Dunque, aspettiamo il responso. Sapendo che domenica e lunedì i due candidati ripartono da zero, con un vantaggio sulla carta del 16% per Valentini che pare incolmabile da Neri (apparentato ufficialmente con Falorni). Valentini ottenne, infatti, 11.520 voti contro i 6.809 di Neri. Dunque 4.711 schede di differenza. Ma c’è da capire cosa faranno i votanti delle altre liste escluse dal ballottaggio. Ricordo che Tucci e Falorni presero 3.419 e 2.494 andarono in favore di Pinassi. Se molti di questi voti pendessero per Neri il vantaggio si assottiglierebbe.

Intanto, nelle ultime ore sono iniziate le prese di posizione dei sostenitori della Laura Vigni. Oggi Marco Pierini ha apertamente dichiarato il suo voto per Eugenio Neri (e per questo ha subìto una reprimenda, a mio parere, scomposta di Valentini), mentre un documento di Sinistra per Siena aveva invitato a «non esprimersi a favore di nessuno dei due candidati, nella forma che ciascuno riterrà più opportuna».

Vedremo cosa accadrà, ma certo, invitare ad «andare al mare» non è un bel messaggio per una città che intende ripartire. Tra qualche ora è tutto finito. E si ricomincia. Auguri, Siena.

Ah, s'io fosse fuoco