E’iniziata questa mattina con il suo arrivo in elicottero allo stadio ‘Lungobisenzio’ di Prato intorno alle 7:45 la visita del Santo Padre, Papa Francesco, in Toscana. Un blitz di poco meno di dieci ore che proseguirà fino alle ore 17, orario in cui il Pontefice lascerà, sempre in aereo, Firenze, seconda sua tappa della visita odierna nella regione guidata da Enrico Rossi. Papa Francesco, che ha raggiunto il Duomo della città laniera in Papamobile, è stato salutato da oltre trentamila persone assiepate sul percorso fra il principale impianto calcistico pratese ed il luogo di culto per eccellenza della città il cui sindaco è Matteo Biffoni. Piazza Duomo è stata gremita di persone da tutta la notte, che hanno vegliato l’attesa per il Santo Padre fin dalle prime ore dell’alba odierna. All’arrivo in Cattedrale il Papa si è soffermato conun gruppo di malati e bambini. In piazza Duomo, fra i vari striscioni di saluto da segnalare un ‘Benvenuto’ in cinese: Prato ospita una comunità asiatica numerosa.
«Incoraggio tutti, soprattutto voi giovani, a non cedere mai al pessimismo e alla rassegnazione» Dal pulpito esterno della Cattedrale Papa Francesco si è rivolto così alla folla sottostante: «Cari fratelli esorelle, buongiorno! Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che mi ha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presenti fisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casa circondariale. Sono venuto come pellegrino in questa città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria. Siete fortunati, perché siete in buone mani! Sono mani materne che proteggono, sempre aperte per accogliere. Siete privilegiati anche perché custodite la reliquia della «Sacra Cintola» della Madonna, che ho appena potuto venerare. Incoraggio tutti, soprattutto voi giovani, a non cedere mai al pessimismo e alla rassegnazione. Maria è colei che con la preghiera e con l’amore, in un silenzio operoso, ha trasformato il sabato della delusione nell’alba della risurrezione. Se qualcuno si sente affaticato e oppresso dalle circostanze della vita, confidi nellanostra Madre, che è vicina e consola. Sempre ci rincuora e ci invita a riporre fiducia in Dio: suo Figlio non tradirà le nostre attese e seminerà nei cuori una speranza che non delude».
Il Papa ricorda i 7 cinesi morti nel rogo di Prato Il passaggio piu’ struggente però è stato dedicato alla memoria dei sette cinesi scomparsi in una tragedia avvenuta due anni fa a Prato nella zona industriale della città. «La sacralità di ogni essere umano – ha detto il Papa a Prato – richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno; mi permetto qui di ricordare i 5 uomini e due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato, vivevano e dormivano all’interno dello stesso capannone in cui lavoravano, in una zona era stato ricavato un piccolo dormitorio di cartone e cartongesso, è una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è lavoro degno».«La vita di ogni comunità – ha aggiunto il Papa subito dopo aver evocato i 7 morti di nazionalità cinese periti due anni fa nel rogo del capannone dove vivevano e lavoravano – esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzionee il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, nonstanchiamoci mai di lottare per la verità». Dopo un incontro con una disoccupata ed esponenti religiosi delle comunità cinese, ucraina, polacca, romena, filippina, nigeriana e pakistana, Papa Francesco si èspostato a Firenze, dove in elicottero è stato accolto dal sindaco Dario Nardella, dal governatore Enrico Rossi e dal Prefetto Alessio Giuffrida. Uno scambio di saluti e poi via verso il Duomo.
I doni per il Pontefice Per Papa Francesco sono numerosissimi e stanno ancora arrivando i doni che istituzioni, aziende, associazioni e privati cittadini stanno recapitando in Arcivescovado a Firenze. Regali preziosi e di alto valore simbolico. Volumi rari e riproduzioni pregiate come la “Bibbia di Marco Polo” o il “Codice Rustici”, un prezioso bassorilievo rappresentazione della Sacra Famiglia creato dalla Richard Ginori o manufatti di artigiani fiorentini. Fra i regali anche cinque pissidi di un donatore che ha chiesto di restare anonimo, e che vorrebbe Papa Francesco le destinasse ai missionari in Asia. Ragazzi disabili o con problemi di tossicodipendenza hanno voluto rendere omaggio al Papa realizzando un mosaico e altri oggetti. Tutti i doni sono stati raccolti in Arcivescovado e saranno consegnati a Papa Francesco prima della sua partenza che avverrà questo pomeriggio a partire dalle ore 17 dallo stadio ‘Ridolfi’ di Firenze. I
«Non dobbiamo essere ossessionati dal potere» Il corteo papale ha fatto sosta in piazza San Marco: il tempo per Bergoglio di scendere dalle auto vaticane per salire su una seconda papamobile e ha raggiunto così il Battistero. Uno sguardo alla ‘Crocifissione bianca’ di Marc Chagall e, alle 10, in Duomo per l’incontro con i 2mila delegati del convegno della chiesa. Davanti a cui il Santo Padre ha tenuto il suo secondo discorso. «Non dobbiamo essere ossessionati dal ‘potere’, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti diGesù, si disorienta, perde il senso». Papa Francesco ha citato don Camillo e Peppone. «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze – ha spiegato dal pulpito del Duomo di Firenze. – Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti, però, sappiamo che le tentazioni esistono, e sono tante. Non dobbiamo addomesticare il volto di Dio. Lasciamoci guardare da Gesù lui è il nostro umanesimo, facciamoci inquietare dalla sua domanda: voi chi dite che io sia?. Non voglio disegnare un nuovo umanesimo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’Umanesimo cristiano che sono quelli del Cristo Gesù. Rappresentano la calda forza interiore che ci rendecapaci di vivere e di prendere decisioni. Quali sono questi sentimenti? Il primo è l’umiltà. L’ossessione di preservare la propria gloria, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. La nostra fede è rivoluzionaria- ha detto Papa Francesco – qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. Nostrodovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi». A mezzogiorno il Pontefice è arrivato nella basilica di Santissima Annunziata per la preghiera dell’Angelus e il saluto agli ammalati, con cui si è rinchiuso per pregare a porte a chiuse. Alle 12:30 Papa Francesco ha attraversato a piedi la piazza ed è entrato nella mensa di San Francesco Poverino, dove sta pranzando assieme agli ultimi della città, riuniti per l’occasione dalla Caritas attorno ad un unica tavolata.