Una serrata di protesta, quella in programma sabato 15 novembre, in cui i negozi e i pubblici esercizi di Badia Prataglia, una ventina in tutto, resteranno chiusi per tutta la mattina. Tutti gli operatori e i residenti si riuniranno ad Arezzo per manifestare davanti alla Prefettura, contro l’imminente arrivo di cento profughi nell’albergo Belvedere del paese. Abitanti e istituzioni locali accusano il Ministero degli Interni e la Prefettura di Arezzo di essere stati estromessi da tutte le decisioni che riguardano la vicenda. I casi di accoglienza analoghi a questo, che si presentano su tutto il territorio nazionale italiano, sono infatti sotto la giurisdizione e gestione del Ministero degli Interni e delle Prefetture, lasciando ben poco margine di azione alle amministrazioni locali.
Gli abitanti «Troppi cento immigrati» «Non siamo contro l’arrivo di profughi, ma contro l’arrivo di un numero così alto, sproporzionato per le dimensioni della nostra comunità – chiarisce per conto dei colleghi Alberto Marri, titolare a Badia della macelleria di famiglia aperta dal 1910 – ci metterebbe in ginocchio tutti, residenti e commercianti, anche perché il nostro paese vive di turismo grazie alla serenità che può garantire la montagna». Serenità che, secondo i badiani, verrebbe a mancare dopo l’arrivo di così tanti profughi. «Non siamo nuovi all’accoglienza di profughi e di migranti – ricorda Marri. Negli anni Novanta abbiamo già ospitato una piccola comunità di albanesi arrivati con gli sbarchi. A parte qualche caso isolato, la convivenza in generale è stata pacifica, qualcuno è perfino rimasto qui da noi e si è integrato bene. Ma cento persone sono oggettivamente troppe, ricordiamoci che in paese siamo solo poche centinaia».
Il sostegno di Confcommercio «Questo smistamento coatto di persone, deciso dall’alto senza interpellare la comunità, è quanto di più lontano si possa immaginare da una vera politica dell’accoglienza e dell’integrazione – dichiara Adelmo Baracchi presidente di Confcommercio Casentino – Tanto più che si tratta di profughi, quindi di persone che hanno alle spalle un vissuto doloroso ed ingombrante e – conclude – non è giusto che il peso di strategie nazionali ed internazionali sbagliate ricada per intero sulla popolazione locale».
La manifestazione di protesta Appuntamento domani alle ore 10 davanti alla Prefettura di Arezzo, per manifestare pacificamente nella speranza di essere ricevuti dal Prefetto e spiegare meglio tutte le loro ragioni. «Con la serrata vogliamo protestare contro le istituzioni, che affrontano il problema dei profughi gettandolo sulle spalle della popolazione locale – affermano gli abitanti del piccolo paese – senza preoccuparsi di come verranno sconvolti i nostri equilibri sociali ed economici. Ancora non sappiamo nulla di quando arriveranno i profughi e di quali saranno le modalità della loro permanenza qui- Abbiamo il pieno appoggio dei residenti, che si mobiliteranno insieme a noi per il sit-in davanti alla Prefettura – conclude Marri -. Speriamo davvero che le nostre ragioni vengano comprese ed ascoltate da chi di dovere».