Siamo solo a gennaio ma l’agricoltura sarda soffre già la sete. E’ un paradosso secondo l’Unione Regionale Bonifiche Sardegna che ha chiesto, agli organi competenti della Regione, l’attivazione urgente di un tavolo di concertazione a fronte della siccità, che sta colpendo vaste zone dell’isola. “La situazione – commenta Pietro Zirattu, Presidente dell’URB Sardegna – non è di conclamata emergenza, essendo il ciclo vegetativo agricolo non ancora in fase rigogliosa. I Consorzi di bonifica, però, sono preoccupati per il prosieguo del servizio irriguo, garantito 12 mesi all’anno”.
Bacini all’asciutto – La situazione idrica sarda è deficitaria ovunque, ma desta particolare preoccupazione nelle zone idrografiche “Posada Cedrino” (nei 2 bacini è presente solo il 18,69% della capacità idrica disponibile) e “Coghinas Mannu Temo” (i 7 bacini hanno solo il 42,82% della risorsa idrica disponibile).
“E’ questo un clamoroso esempio dell’altra faccia dei cambiamenti climatici: mentre, lungo la Penisola, ancora si piangono i morti delle recenti alluvioni, nell’isola gli invasi sono largamente al di sotto delle medie stagionali”.
Preoccupazione – A dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), che aggiunge: “Non è il momento delle polemiche, ma sicuramente c’è da affrontare un problema di gestione delle scarse risorse idriche, trattenute dalle dighe. Bisogna programmare adesso oculatamente l’utilizzo dell’acqua, coinvolgendo tutti i portatori di interesse, altrimenti a fronte delle non confortanti prospettive meteorologiche, i campi e gli allevamenti sardi rischieranno un drammatico tracollo. Senza acqua – conclude Vincenzi – non può esserci né agricoltura, né ambiente e conseguentemente neppure turismo.”
Ciò è ancora più grave e preoccupante, in una Regione dove i costi dell’acqua, causa una legge regionale dimostratasi fallimentare, sono talmente elevati da ridurre la competitività sui mercati delle produzioni agricole sarde e incidere negativamente sui redditi dei produttori agricoli e dei consumatori