Coop Centro Italia, una delle grandi cooperative aderenti a Coop Italia, e la controllata Coofin srl hanno chiesto 137,1 milioni di danni complessivi a Mps, unitamente a Consob, «assumendo essenzialmente la falsità dei prospetti informativi» degli aumenti di capitale fatti nel 2008, 2011 e 2014. E’ quanto si legge nella semestrale Mps, dove emergono altre richieste danni all’istituto per 97 milioni (da 125 soci) e per 49 milioni (in 12 diverse cause). Nella relazione Mps viene precisato che sono arrivate anche altre 476 richieste stragiudiziali di restituzione o risarcimento per 118 milioni di euro (tra questi 75 nominativi con pretese per 69 milioni di euro in sede stragiudiziale, hanno promosso iniziative giudiziarie anche in sede civile).
La versione di Mps Mps spiega però che tali richieste sono state respinte «in quanto ritenute generiche, infondate, non supportate da idonei riscontri documentali ed in taluni casi prescritte». Illustrando invece le vertenze di azionisti o ex azionisti e investitori dell’istituto, la banca segnala anche che «le azioni promosse dagli investitori potrebbero aumentare anche significativamente, dal punto di vista del numero e delle richieste risarcitorie, anche a seguito delle risultanze del procedimento penale» a Milano su Mps dove ad oggi si sono costituiti parte civile 353 soggetti.
L’azione risarcitoria di Coop Centro Italia Tornando alle azioni promosse da Coop Centro Italia Spa e da Coofin srl, sono state entrambe presentate il 26 luglio al tribunale di Firenze. L’udienza sarà il 20 gennaio 2017. Nello specifico Coop Centro Italia reclama danni per 85,5 milioni, dei quali 20,3 milioni legati all’aumento di capitale del 2008 e 9,2 milioni per l’aumento di capitale del 2011. Per 56 milioni, poi, in solido – o in subordine ciascuna per quanto di ragione – con Consob, chiamata a rispondere per l’operato dell’Autorità e quello dei suoi commissari e funzionari, relativamente all’aumento di capitale 2014, «il tutto per le minusvalenze patite oltreché il lucro cessante da determinare in corso di causa». Coofin srl reclama invece danni per 51,6 milioni, dei quali 11,5 milioni per l’aumento del 2008, 6,1 milioni per l’aumento del 2011 e 34 milioni in solido con Consob. L’altra vertenza che coinvolge invece 125 azionisti per danni di 97 milioni è stata avviata nel luglio del 2015 dal socio Arnaldo Marangoni a Milano «deducendo di aver acquistato azioni di Bmps tra il 2008 e il 2013, sia in sede di sottoscrizione dell’aumento di capitale 2008, sia sul Mercato telematico azionario per circa 0,075 milioni di euro». Secondo Marangoni, la capogruppo «nell’arco temporale 2008-2013 – si legge nella semestrale Mps – avrebbe illecitamente fornito una falsa rappresentazione della propria situazione patrimoniale, economica, finanziaria reddituale e gestionale, falsa rappresentazione che avrebbe avuto l’effetto di trarre in inganno ed errore» l’investitore. A questa causa a marzo si sono uniti altri 124 nominativi che affermano di aver acquistato azioni della banca durante gli aumenti di capitale del 2007 e 2011.
Azione risarcitoria siciliana Anche Riscossione Sicilia chiede 106,8 milioni Riscossione Sicilia, la società che si occupa della riscossione dei tributi in Sicilia controllata dalla Regione, ha citato Banca Monte dei Paschi di Siena a Palermo chiedendone la condanna al pagamento della complessiva somma di 106,8 mln di euro. Anche questo risulta emergere dalla relazione semestrale della banca. La pretesa, afferma Mps, si inquadra nell’ambito dei rapporti che traggono origine dalla cessione a Riscossione Sicilia della partecipazione già detenuta dalla banca in Monte Paschi Serit spa (poi Serit Sicilia spa). «In particolare Riscossione Sicilia – spiega la banca -, in relazione alle previsioni contrattuali inerenti alla suddetta cessione, chiede ora la condanna della Banca a titolo di responsabilità contrattuale per asserite sopravvenienze passive di Monte Paschi Serit spa/Serit Sicilia spa».