Avrebbe sottratto centinaia di migliaia di euro a un suo assistito, del quale era stato nominato procuratore generale dopo che era stato dichiarato incapace di intendere e di volere. Per questo un avvocato del foro di Firenze è stato indagato dalla Procura fiorentina con l’accusa di furto aggravato. Secondo l’accusa, tra il 2010 e il 2015 avrebbe rubato circa 750 mila euro, facendoli sparire dal conto del suo assistito attraverso vendite di titoli – effettuate senza alcuna giustificazione e falsificando la sua firma – e mediante l’emissione di assegni, oltre a pagamenti di fatture per circa centomila euro, sulla cui veridicità sono in corso accertamenti.
Avvocato indagato per furto Le fatture sono state emesse per alcune prestazioni da un secondo avvocato, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. Accertamenti sono poi in corso per quanto riguarda altri bonifici per un valore complessivo di 1.100.000 euro, che l’avvocato avrebbe effettuato questa volta a favore di alcuni parenti del suo assistito in India. In questo modo il legale avrebbe prosciugato l’eredità di poco meno di 2 milioni di euro che il suo assistito, un badante di nazionalità indiana, aveva ricevuto dall’anziano che aveva accudito per anni. L’indiano, finito a processo con l’accusa di omicidio per aver accoltellato a morte due connazionali in strada a Firenze durante una lite, è stato assolto nel 2010 per incapacità di intendere e di volere, e trasferito all’ex opg di Montelupo Fiorentino (Firenze). Il legale, ricevuta la procura generale per effettuare atti di ordinaria amministrazione (come per esempio pagare tasse e imposte), avrebbe progressivamente prosciugato il conto corrente.