salone-200Un vero e proprio ‘Aventino’ quello avvenuto nello scorse ore in Palazzo Vecchio a Firenze con l’abbandono da parte delle intere opposizioni del Consiglio comunale di Firenze, dopo la decisione del sindaco, Dario Nardella, sabato scorso, di procedere ad un rimpasto di giunta dopo la decisione dell’assessore alle relazioni internazionali, Nicoletta Mantovani, di abbandonare ‘la squadra’ del primo cittadino del capoluogo di regione, per i troppi impegni personali. Nardella proprio dopo tale scelta della moglie di Luciano Pavarotti, aveva proceduto alla comunicazione di inserire nella sua giunta due nuove figure: Anna Paola Concia e Cecilia Del Re. Le deleghe che erano affidate a Nicoletta Mantovani, «saranno affidate ad Anna Paola Concia, 53 anni, ex deputata Pd, impegnata da anni nella promozione dei diritti civili – recitava una nota diffusa sabato scorso da Palazzo Vecchio – Concia si occuperà anche di fiere, congressi, marketing territoriale, attrazione di investimenti, turismo. Oltre a Concia entrerà in giunta anche Cecilia Del Re, fiorentina del 1982, consigliera comunale e presidente della commissione affari generali e bilancio, avvocato del lavoro. A lei andrà la delega dello sviluppo economico. L’assessore Giovanni Bettarini, che finora aveva le deleghe a turismo e sviluppo economico, si occuperà invece di urbanistica, decentramento e ‘smart city’ e manterrà la delega della Città metropolitana. Lorenzo Perra, oltre al mantenimento di bilancio, partecipate, statistica, innovazione e fondi europei, seguirà il “Patto per Firenze”».

Le opposizioni: «No all’arroganza della maggioranza che amministra Firenze» «Abbiamo deciso di abbandonare la seduta del Consiglio comunale dopo avere invano richiesto che il sindaco Nardella relazionasse l’aula sul rimpasto in giunta annunciato sui mezzi di informazione sabato scorso. Inutile svolgere un Consiglio senza nessuna delibera per parlare di tutt’altro, quando invece siamo consapevoli che ci sono state le dimissioni dell’assessore Nicoletta Mantovani ed è stata annunciata la nomina di due nuovi assessori con relativa redistribuzione delle deleghe». Questa la dichiarazione congiunta dei consiglieri e delle consigliere dei gruppi di opposizione in consiglio comunale Jacopo Cellai, Mario Tenerani, Luca Tani e Mario Razzanelli (Forza Italia), Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi (Firenze riparte a sinistra), Silvia Noferi e Arianna Xekalos (M5S), Miriam Amato (Alternativa Libera), Francesco Torselli (Fratelli d’Italia) e Cristina Scaletti (La Firenze Viva). «Le opposizioni – si prosegue nella dichiarazione congiunta – non ci stanno a chinare il capo davanti a questa mancanza di rispetto non tanto per noi, quanto per i cittadini che ci hanno eletto. Il sindaco Nardella aveva il dovere di parlare all’assemblea della città e la presidente Biti quello di difendere il ruolo e la dignità del Consiglio comunale. Anche la maggioranza avrebbe dovuto sostenere le nostre ragioni, ma prendiamo atto che evidentemente il Pd fiorentino ha in questo momento altre priorità e preoccupazioni. Non convince affatto neppure la risposta data dalla segreteria generale; bastano infatti le sole dimissioni dell’assessore Mantovani perché il sindaco debba recarsi in aula a riferire, in base all’articolo 31 dello Statuto. Per queste ragioni le opposizioni ad una sola voce hanno voluto dire no all’arroganza della maggioranza che amministra Firenze. Peraltro, ci corre anche l’obbligo di notare che siamo rimasti fuori dall’aula per scoprire che la seduta è stata interrotta appena 31 minuti dopo la nostra uscita.

Bassi (Pd): «Incomprensibile l’atteggiamento dei consiglieri di minoranza» «Incomprensibile l’atteggiamento dei consiglieri di minoranza che, dopo aver richiesto un parere alla segreteria generale sulla legittimità del Consiglio comunale che si è riunito regolarmente per trattare gli argomenti all’ordine del giorno, non accettando la risposta hanno abbandonato il Salone dei Duecento-replica il capogruppo del Partito Democratico, Angelo Bassi su una decisione che, a suo avviso, non ha precedenti – E’ come se una squadra durante una partita di calcio decida di andarsene, portandosi via il pallone, perché sta perdendo. Oltre a dimostrare di non avere il senso delle istituzioni i consiglieri della minoranza contestando il parere della segreteria generale si ergono ad esperti di regolamenti senza avere le competenze per farlo. Non è stato un atteggiamento serio quello portato avanti dai consiglieri dell’opposizione. La scelta di bloccare i lavori del Consiglio dimostra, ancora una volta, la scarsa attenzione verso le tematiche che interessano la città – ha proseguito Bassi –. Il campare la scusa di una non comunicazione del sindaco sulle dimissioni dell’assessore Mantovani, quando sono state date tutte le rassicurazioni del caso su una presenza del sindaco nella prossima seduta per parlare del riassetto della giunta, qualifica gli stessi consiglieri che cercano ancora una volta di trovare spazio sugli organi d’informazione negandosi al dibattito ed al confronto su atti importanti per Firenze in Consiglio comunale».

Nardella: «Gesto che non capisco» L’Aventino delle opposizioni, i 12 consiglieri della minoranza che ieri hanno abbandonato l’aulacomunale per il mancato dibattito sul rimpasto di Giunta annunciato da Palazzo Vecchio «è un gesto che non capisco». Lo ha spiegato il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di un’iniziativa nel salone dei Cinquecento, che poi ha aggiunto: «Applicando le regole abbiamo avuto il massimo rispetto per il Consiglio». Per Nardella, infatti, «fino a quando i nuovi assessori non accettano», passaggio che precede il decreto di nomina firmato dal primo cittadino, «non posso comunicare formalmente la nomina in Consiglio. Credo che rispettare le regole valga per tutti, per il sindaco e anche per i consiglieri» ha concluso Nardella.