FIRENZE – La graduatoria sulla qualità delle università sorride agli atenei toscani. Pisa, Firenze e Siena migliorano le prestazioni del ranking 2023, sia a livello di classifica generale che di punteggi.
Tra le italiane, Pisa si piazza all’8° posto (349° complessivo su 18mila strutture valutate), Firenze al 9° (358°), Siena al 25° (731-740). In ambito nazionale solo Firenze fa meglio dello scorso anno, quando era 11°, mentre Pisa perde una posizione e Siena 4. Su scala globale nell’ultimo dossier erano tutte messe peggio: Pisa al 404° posto, Firenze al 460° e Siena tra 751 e 780°. Quest’ultima però fa molto peggio rispetto al 2022, quando era compresa tra il 601 e il 650° posto.
In Italia comanda il Politenico di Milano, 132mo al mondo, poi Sapienza al 134° posto nel mondo, il miglior risultato mai ottenuto dall’Ateneo in questa classifica, e l’Università di Bologna (154°).
In questa edizione sono state analizzate 2.963 università (quasi 500 in più rispetto all’edizione precedente), di 104 Paesi differenti; solo per le prime 1500 istituzioni sono stati resi pubblici i risultati della valutazione. Valutati oltre 17 milioni di pubblicazioni e 141 milioni di citazioni analizzate. In Italia, in particolare, sono state prese in considerazione 42 istituzioni. L’agenzia QS stima che nel mondo ci siano oltre 18.000 università.
“L’ottimo risultato nel QS World University Ranking è il frutto del lavoro dell’intera comunità accademica e conferma la bontà delle scelte effettuate – ha affermato Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova -. Siamo molto felici che sia stato riconosciuto il nostro sforzo nella sostenibilità, indicatore che ci vede a ridosso delle prime cinquanta università mondiali”.
Soddisfatto anche il rettore di Siena, Roberto Di Pietra: “Essere fra gli Atenei presenti in questo ranking rappresenta un significativo risultato, sia per la presenza nella prima metà, che per il miglioramento segnalato. Occorre continuare a fare meglio quello che facciamo e che caratterizza l’Università di Siena da sempre, ovvero la sua ricerca, la sua didattica e la sua apertura internazionale”.