Appare un documento ragionato e meditato quello che ‘Siena Attiva’ ha mandato ai giornali. “Prima il metodo e il merito e poi verranno i nomi”, dice l’associazione che esprime tre consiglieri comunali e che da tempo mostra di voler staccare con la maggioranza che sostiene il sindaco di Siena Bruno Valentini. Parla di permanenza di ‘poteri opachi e che “il rilancio di Siena non può scaturire dai partiti politici”. In pratica, viene da interpretare, è ritenuta fallita l’esperienza di rottura col passato che avrebbe dovuto garantire Valentini e la maggioranza che lo ha sostenuto dal 2013. Siena Attiva, dunque, sembra voler uscire nettamente dalla maggioranza e propone alle associazioni civiche che da mesi sono in stallo in attesa di trovare la quadra, un metodo per definire una comune strategia. Vedremo chi saprà coglierne la sfida e provare ad affrontare un percorso nuovo “senza più litigi sui nomi” come dichiarato da Giuseppe Giordano nei giorni scorsi e come espresso anche da altri, pensiamo a La Martinella1884. (M.T.)

«Siena, fiaccata nello spirito e impoverita economicamente, deve ritrovare un moto di orgoglio e dignità cittadina. I grandi assi portanti, come ad esempio la Banca Monte dei Paschi, la Fondazione, l’Università e l’Azienda Ospedaliera, sono nel recente passato venute alla ribalta della cronaca per aspetti negativi, ma in realtà sono l’esempio di come la città sia riuscita, in un’epoca precedente e non così lontana, a trasformare realtà locali di medio profilo in soggetti di valore indiscusso sia a livello nazionale che internazionale», così un documento dell’associazione Siena Attiva, presente in Consiglio Comunale con tre consiglieri comunali.

«Quella capacità di costruire e sviluppare eccellenze va recuperata. Per farlo è necessario affidarsi ad un metodo realmente democratico, spazzare via decadimento e corruzione civica, rifondare il patto sociale e ristabilire il nesso di fiducia tra i cittadini, la società con le sue istituzioni pubbliche e private investendo sulla trasparenza e sul merito. Siena ha urgente bisogno di ritrovare la coscienza della prospettiva e la capacità di costruire un futuro su regole certe, rigorose e condivise».

«Il vero responsabile del disastro è il permanente intreccio del Sistema, basato sul complesso dei partiti e dei poteri opachi onnipresenti, radicato per decenni nelle sfere di responsabilità ed arbitro dei destini collettivi senza alcun vincolo di controllo democratico. Dilaniati dalle lotte interne di potere, fermi nella sterilità progettuale e nella gestione stanca e burocratica dell’esistente, incapaci di liberarsi delle logiche del passato, il rilancio di Siena non può scaturire dai partiti politici. Da mesi l’opinione pubblica avverte, infatti, la necessità che la società civile si faccia avanti, come avvenuto in altre realtà, dove si è assistito a qualche generoso tentativo di aggregazione anche se con un esito finale frustrato da logiche consunte. Uomini cresciuti nella cultura di partito, che hanno fatto dell’interesse individuale un codice di vita, ora si propongono come improvvisati cultori del civismo con modalità operative discutibili e non condivise».

«Si riaffaccia l’ipotesi della teoria secondo la quale non vince chi va all’eventuale ballottaggio, ma vince chi arriva terzo e può ottenere di più dall’uno o dall’altro contendente, offrendo serenamente voti onesti, considerati di propria ed esclusiva disponibilità. Su questa decadenza etica ha prosperato il “groviglio armonioso” e con questi metodi si vorrebbe perpetuare il futuro. Siena Attiva rifiuta e combatte tutto questo, cui vuole contrapporre un ampio moto di cittadini attivi, che si aggreghino attorno ad un metodo, che decidano le priorità di merito, che affermino un sistema di trasparenza, integrità e civile convivenza rivolto alla cura degli interessi collettivi ed alla ricostruzione virtuosa del patto sociale tra la comunità ed i suoi amministratori».

«Siena Attiva crede di dover avviare un metodo progettuale per disegnare il futuro per la città, dandosi un obbiettivo temporale preciso che adottiamo dall’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile, il 2030. Nessun progetto infatti può dirsi credibile se non se ne indica il metodo e le tappe. I pilastri fondanti del progetto della Siena del 2030 devono essere chiari:

La valorizzazione del patrimonio cittadino, sia materiale che immateriale;
il rilancio territoriale strategico di Siena tramite il ridisegno del ruolo anche istituzionale di una comunità più vasta ed il conseguente rilancio dei rapporti nel contesto regionale, nazionale ed europeo;
la necessità di implementare l’attrattività di Siena verso idee, capitali, imprese, persone.

Vogliamo ribaltare la tentazione isolazionista o localistica della “piccola” Siena autonoma ed autosufficiente ed opporci alle sirene di chi, subdolamente, punta a garantire meccanismi conservativi e rendite di posizione. Siamo contrari a relegare l’agenda delle priorità ad affare emotivo, estemporaneo, soggettivo, irrazionale e non programmatico. Combatteremo, incentivando alla partecipazione, il meccanismo della delega in bianco. Forse non tutto è perduto, probabilmente resistono zone ed individualità di matrice civica capaci di riprendersi lo spazio e far sentire la loro voce forte e corale in luogo degli attuali, deboli sussurri.
Voltiamo pagina e guidiamo Siena nel futuro».