SESTO FIORENTINO – Una stangata chiamata Tari. Forse la tassa più detestata dalle imprese e domani al centro del dibattito organizzato da Cna Piana Fiorentina.

A Sesto Fiorentino (Firenze) gli amministratori della Piana inquadreranno il problema degli aumenti a 360°, provando a individuare soluzioni per uscire dalla crisi. L’altro tema a tenere banco e la disomogeneità tra i Comuni in merito ai prezzi delle tariffe. Un officina meccanica di 350 metri quadri paga a Calenzano 1.421 euro, a Sesto Fiorentino 1.470 euro, a Campi Bisenzio 1.855 euro e a Signa 2.317 euro, con un aumento tra l’esborso minore e quello maggiore del 63%. Non è certo un caso isolato.

Cna ha esaminato anche altre attività individuando, tra l’importo minore e quello maggiore della Tari, negli stessi comuni, a parità di condizioni, un aumento dell’83% per le falegnamerie, del 99% per le carrozzerie; del 144% per le attività industriali, del 113% per parrucchieri e estetiste, del 74% per i ristoranti e del 59% per i bar. L’unica costante è data dai poli opposti: A Signa si paga di più in generale, a Calenzano di meno. Al centro del dibattito anche la futura Multiutility che, presumibilmente, riceverà in dote i 9.932.733 euro di utile del bilancio consolidato chiuso al 31 dicembre da Alia e proposte, sia in merito alla strutturazione della bolletta che alla gestione dei rifiuti.

“In un momento in cui imprese e cittadini sono gravati da rincari energetici, delle materie prime, aumentare la tassa sui rifiuti è stato un atto inaccettabile – commenta Paolo Conti, presidente Cna Piana Fiorentina –. Almeno fosse stato richiesto un aumento tariffario per un periodo definito e breve, necessario alla messa a regime di un sistema che possa portare a una gestione razionale ed economica dei rifiuti. Purtroppo si è trattato invece di aumenti tout court, con una visione del futuro attualmente basata solo sugli annunci”.

Al suo fianco Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze Metropolitana, che invece concentra la propria attenzioni sui rifiuti: “Serve un piano adeguato alle esigenze della nostra Regione. Siamo fermamente convinti che la parte dei rifiuti non reintrodotti nell’economia circolare debba concludere il suo ciclo all’interno di termovalorizzatori innovativi così da produrre energia ed acqua calda da distribuire alla comunità circostante tramite il teleriscaldamento, cogliendo la doppia opportunità di ridurre la tassa sui rifiuti e di abbassare il costo energetico delle varie utenze”.