Il Tribunale del riesame di Firenze si è riservato la decisione sull’arresto in carcere chiesto dalla Procura di Grosseto per Francesco Schettino al termine dell’udienza finita dopo circa tre ore di discussione. In aula i Pm grossetani Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza hanno ribadito i motivi del pericolo di fuga di Schettino, che sono alla base del loro ricorso per richiederne l’arresto. I difensori, Saverio Senese e Donato Laino, si sono opposti. I Giudici sono entrati in Camera di Consiglio e la decisione sarà emessa entro il termine consueto, da qui a 5 giorni.
Presente al giudizio d’appello «Se Francesco Schettino avesse voluto scappare, sarebbe già andato via in 3 anni, cosa che non ha fatto. Non ha nessun interesse a fuggire, nè la volontà, nè la possibilità. Lui ritiene di potersi difendere, molte cose non sono state ancora chiarite e ritiene che è necessario per lui essere presente al giudizio di appello». Così, uscendo dall’udienza del riesame a Firenze, i difensori dell’ex comandante della Costa Concordia hanno commentato con i giornalisti l’andamento della discussione in cui la Procura ha ribadito la richiesta di arresto di Schettino in carcere.
Tra Le Iene e l’Isola dei Famosi «La trasmissione tv delle Iene non ha alcun valore processuale» ed «è stata mandata in onda quando il giudicato» del processo sulla Costa Concordia «era già stato emesso. Gli inquirenti l’hanno portata dopo e comunque da essa si vedono personaggi dai quali emerge un’attività ambigua e incerta». Lo hanno detto i difensori di Schettino che si sono riferiti alla nuova prova di pericolo di fuga portata dagli inquirenti grossetani e relativa ad una eventuale partecipazione di Schettino all’Isola dei Famosi, cosa che poi non è successa. «In quella trasmissione ci sono persone he avevano altri interessi», hanno anche aggiunto. «Di fatto secondo noi la Procura non ha portato argomenti nuovi per sostenere l’arresto di Schettino e si tratta di un caso di evidente ‘ne bis in idem’ su un giudicato cautelare».