«Eravamo con amici vicini alle Ramblas ed ad un certo punto abbiamo sentito come un suono di spari e della gente correre nella nostra direzione. Noi allora ci siamo allontanati e la situazione sembrava essere tornata alla normalità, pur non capendo niente di quello che stesse accadendo. Abbiamo camminato verso il nostro appartamento a Barcellona ed abbiamo incontrato una nuova folla di persone perchè evidentemente stavano evacuando e ci siamo infilati dentro un negozio».
Così Gioacchino Fallerini, operatore turistico romano ma che lavora da anni a Firenze, che è uno degli italiani scampati ieri pomeriggio all’attentato terroristico che ha ucciso 13 persone e ferite un centinaio, sconvolgendo migliaia di persone che si trovavano in quel momento sulle Ramblas di Barcellona.
«Alcune moto della polizia hanno circondato la zona e hanno iniziato a pattugliarla cercando di capire cosa stesse succedendo e sono state isolate le strade – ha aggiunto Fallerini -. Identificato l’attentatore, la zona è rimasta isolata, c’è stato un cordone che ha circondato l’isolato, la polizia ha continuato a muoversi freneticamente. La cosa particolare è che la parte della Ramblas è stata pattugliata fino a tarda notte mentre nel resto di Barcellona è come se non fosse accaduto nulla».
«Attentato alle Ramblas. Sono venuto via in tempo noi stiamo bene», così ha scritto pochi minuti dopo la notizia l’ex sindaco di Firenze Graziano Cioni che si trova nella città catalanain vacanza con la famiglia. «Un furgone si è gettato fra la folla. Tante persone a terra … la televisione parla di una sparatoria al mercato … io guardo le ciliegie che ho comprato in quel mercato verso le 16 … sembra che uno dei terroristi sia asserragliato nel ristorante turco con degli ostaggi … noi abbiamo pranzato il quello marocchino vicino 50 metri … Confesso che le persone che si vedono a terra esamini mi fanno pensare che i morti siano più di due … Gli elicotteri sorvolano la zona e la tv locale parla di due furgoni affittati … ora c’è una grande confusione».