Non è un periodo troppo positivo nei rapporti fra i canali Mediaset ed i sindaci toscani. Lunedì scorso in particolare se ne è avuto una doppia dimostrazione. Da una parte il primo cittadino di Firenze Dario Nardella è stato incalzato dalle domande di una Iena di Italia 1 sui famosi conti di Palazzo Vecchio che a dire del programma di Davide Parenti non sono assolutamente trasparenti come invece, prima Matteo Renzi e poi lo stesso Nardella, hanno sempre sostenuto, con quest’ultimo che ha dovuto discutere, e non poco, con l’autore del servizio televisivo, tanto da arrivare a ‘minacciare’ via sms il consigliere cittadino che ha denunciato il caso, Tommaso Grassi di Sel. L’altro caso è quello di Matteo Biffoni, sindaco di Prato che è finito in una vicenda kafkiana e che lo ha mandato su tutte le furie. Striscia la notizia infatti ha documentato diversi casi di prostituzione ‘a cielo aperto’ nella periferia della città laniera, mandando anche una dichiarazione del sindaco Biffoni che sembrava però quasi sorpreso dalla denuncia fatta dal programma di Antonio Ricci.
Biffoni vs Striscia Possibile che il Matteo pratese fosse inconsapevole del fenomeno della vendita del sesso libero in alcuni quartieri della sua Prato? No, ovviamente, perché la dichiarazione mandata in onda lunedì scorso da Striscia la notizia di Biffoni è vecchia di quasi un anno, ed era riferita ad una intervista concessa dal sindaco di Prato su ben altro argomento. La cosa naturalmente ha fatto esplodere la reazione dello stesso Biffoni che non ha accettato né la mancata contestualizzazione temporale delle sue parole, né la descrizione della città di cui è sindaco come terreno libero della prostituzione. Il sindaco pratese ha messo in moto lo studio legale del comune verso quello di Canale 5 perché, pur essendo consapevole che non otterrà forse una smentita dal programma oggi condotto da Michelle Hunzicher e Christian De Sica, sicuramente vorrà portare all’attenzione mediatica il misfatto della non corretta temporaneità delle sue parole sul fenomeno prostituzione a Prato.
Il caso pratese Nel contesto dell’intervista andata in onda Biffoni aveva espresso perplessità sull’efficacia delle operazioni di ripulitura dalle scritte dei muri di via Pistoiese e via Filzi, le due arterie della Chinatown pratese. Parole che rilanciate dal servizio di denuncia del Tg di Antonio Ricci, devono essere suonate come una mezza resa da parte dell’amministrazione comunale verso l’illegalità connessa alla presenza dei cittadini dell’ex impero celeste. Pertanto, Biffoni è stato costretto ad una precisazione attraverso la propria pagina su Facebook. Quello delle squillo cinesi, racconta è «un fenomeno complesso da contrastare, che conosciamo e che non affrontiamo semplicemente cancellando i numeri, ma con controlli continui, come dimostrano i sequestri fatti in centri massaggi o appartamenti. Striscia la Notizia non mi ha mai intervistato ma ha estrapolato una frase da un’intervista di diversi mesi fa rilasciata a un’altra testata, utilizzata in modo del tutto decontestualizzato. Un modo discutibile di fare televisione, che non rende giustizia alla città di Prato, ai pratesi e ai telespettatori di Striscia». Il caso insomma, per Biffoni, è tutt’altro che chiuso.