Alla fine la Toscana del Sud ha varato il compromesso del compromesso, per trovare l’accordo con Sei Toscana e chiudere almeno per ora la complicatissima partita della gestione dei rifiuti nelle province di Arezzo, Grosseto, Siena. Lunedì l’Ato Toscana sud sarà chiamata a votare la delibera per il corrispettivo per il servizio di ambito, che prevede un aumento del costo (e di conseguenza delle bollette) progressivo e spalmato su quattro anni. Nel balletto di cifre tra i 104 milioni di euro iniziali, i 98 successivamente stabiliti dall’assemblea dei Comuni e causa di ricorsi al Tar di Sei Toscana, i 102 prospettati come mediazione ma indigesti all’Ato, alla fine si è puntato su uno scaglionamento quadriennale: 98 milioni per il 2014, 99 per il 2015, 100 per il 2016, 102 per il 2017, relativi al pagamento della Tari da parte dei Comuni. A compensazione di quello che viene considerato un ridotto introito iniziale, Sei Toscana ottiene il prolungamento della concessione, che dovrebbe passare da venti a ventiquattro o venticinque anni. E al tempo stesso ritira i due ricorsi al Tar della Toscana, impegnandosi a non attivare altre procedure legali.
Gli aumenti in bolletta Le conseguenze per i cittadini della Toscana del Sud saranno sostanzialmente di un incremento della Tari, già previsto peraltro in parte per questo anno e destinato a crescere con certezza nel prossimo quadriennio. L’unica alternativa all’impennata dei costi è una prospettiva in realtà di lunga durata: l’aumento sostanzioso della raccolta differenziata (l’obiettivo regionale è al 70 per cento, attualmente siamo poco sopra il 40 per cento), ma soprattutto la capacità di intercettare fette di mercato dove collocare i materiali riciclati per chiudere un circolo virtuoso. In parallelo, saranno previsti strumenti più efficaci di lotta all’evasione.
La Provincia di Livorno Nella nuova delibera viene previsto lo slittamento di sei mesi dell’ingresso nell’Ato Toscana Sud dei Comuni di Campiglia marittima, Castagneto Carducci, Piombino, San Vincenzo, Sasseta, Suvereto, inizialmente previsto in coincidenza con l’inizio del prossimo anno e posticipato al 30 giugno 2015. Il passaggio dall’Ato Costa all’Ato Sud dovrebbe comportare anche il passaggio di novanta dipendenti a Sei Toscana.
La protesta della Cna In una nota congiunta, le sezioni di Arezzo, Grosseto e Siena della Cna ricordano il caso delle imprese artigiane e industriali, costrette a pagare due volte la gestione dei propri rifiuti: da una parte la Tari, all’altra le spese per lo smaltimento dei rifiuti prodotti, in gran parte speciali. Ora dal ministero dell’Economia e finanze arriva una novità importante, perché viene consentito di considerare «intassabili le aree su cui si svolgono lavorazioni industriali o artigianali (poiché queste, per loro natura, sono generalmente produttive in via prevalente di rifiuti speciali)». Un passaggio importante, sottolinea la Cna: «Tali precisazioni, legittimando la posizione delle associazioni, mettono a nudo l’ambiguità di molti regolamenti comunali e, soprattutto, mettono i comuni nella condizione di decidere, liberamente, al riguardo… Chi davvero vorrà, d’ora in poi potrà fare e l’esclusione (o meno) sarà determinata solo dalla tipologia dell’aziende e da quella dei rifiuti prodotti».