SIENA “Razzista e guarrafondaia”. Così sarebbe l’Università di Siena secondo l’associazione studentesca Cravos che invita alla “mobilitazione della comunità studentesca e cittadina” il prossimo 28 marzo in occasione del consiglio di amministrazione di Unisi. La colpa dell’Ateneo sarebbe quella di avere approvato delle delibere “molto problematiche”: la prima, che elimina la possibilità per gli studenti stranieri di presentare l’ISEE parificato, e la seconda, che riguarda una collaborazione con l’esercito americano.

“L’eliminazione dell’ISEE parificato – scrivono – comporta l’automatica applicazione della soglia massima di tassazione per tutti gli studenti stranieri non beneficiari di borsa di studio DSU, una misura ingiusta e discriminatoria. La stragrande maggioranza degli studenti stranieri non possiede redditi in Italia superiori a 9.000 euro e, pertanto, non può presentare un ISEE ordinario. L’abolizione dell’ISEE parificato, senza fornire alternative valide, priva questi studenti della possibilità di poter presentare la necessaria documentazione per accedere a una contribuzione equa, creando una grave disparità di trattamento tra italiani e stranieri”.

Inoltre, l’Ateneo avrebbe approvato di depositare un brevetto finanziato dalla US Army per un “connettore magnetico indossabile per indumenti intelligenti”.

Scrivono gli studenti che “Unisi, pubblicamente, sbandiera di essere un’istituzione neutrale, che persegue obiettivi di pace, ma in realtà questo è solo l’ultimo degli accordi che mostra come la nostra “buona” Università sia pienamente coinvolta nel mercato militare, procurando gli elementi di ricerca fondamentali per la produzione di armi e tecnologie belliche. Ricerche vendute non solo all’esercito italiano, ma anche ai nostri “cari amici” americani. Vogliamo difendere un solo confine: quello che divide il mondo accademico da quello militare. Perché l’Università non si può e non si deve militarizzare, o non è più Università. Ogni relazione tra questi due mondi riduce la libertà di chi fa ricerca, e la loro riduzione di libertà è anche la nostra, di studentesse e studenti. Difendere il confine tra accademia e industria militare significa difendere la libertà di tutti noi, così come difendere il diritto degli studenti stranieri a una tassazione equa significa difendere un’università realmente pubblica e accessibile a tutti”.

Per questi motivi, gli studenti invitano alla mobilitazione la comunità cittadina e studentesca per fermare l’aumento delle tasse e chiedere l’interruzione dei rapporti tra l’Università di Siena e il settore militare.

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