Associazione per delinquere, turbativa d'asta, corruzione e concussione. Sono i reati per i quali la Polizia di Stato, in collaborazione nella fase esecutiva con personale proveniente dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione e dalle Digos delle Questure di Firenze, Prato, Lucca, Pisa e Massa, insieme al Reparto Prevenzione Crimine Toscana, ha eseguito 23 ordinanze di custodia cautelare di cui 11 in carcere e 12 agli arresti domiciliari.
Gli arrestiLe indagini svolte dalla Digos di Pistoia e coordinate dal sostituto procuratore del tribunale pistoiese, Francesco Sottosanti, sono iniziate nell'ottobre 2010 e hanno riguardato il sistema di assegnazione dei lavori pubblici presso vari enti territoriali e non territoriali della Provincia di Pistoia. Le indagini hanno consentito di rilevare che la maggior parte dei lavori edili e stradali (aggiudicati mediante affidamento diretto, mediante procedura negoziata con o senza pubblicazione di bando ovvero mediante la procedura aperta dell'asta pubblica) erano stati sistematicamente assegnati ad un numero ristretto di operatori economici della provincia di Pistoia e che essi coincidevano proprio con quegli imprenditori che avevano rapporti frequenti e confidenziali con il dirigente del servizio. Le ordinanze di custodia cautelare, sono state emesse dal gip presso il Tribunale di Pistoia Roberto Tredici su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia. Per le operazioni di perquisizione è arrivata anche la collaborazione della Guardia di Finanza di Pistoia.
Il casoGli investigatori hanno rilevato il frequente ricorso al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto a quello del prezzo più basso, così mantenendo una maggiore discrezionalità nella valutazione delle offerte presentate. Di fatto si aggiudicava con affidamento diretto un lavoro per il quale sarebbe stata necessaria una gara. Le indagini sinora svolte hanno consentito altresì di ipotizzare il reato di concussione in relazione ai contributi versati per il Festival Blues di Pistoia del 2011. Si è accertato, infatti, che le sponsorizzazione venivano richieste e pretese dal dirigente del servizio lavori pubblici del Comune in misura percentuale sull'ammontare dei lavori edili e stradali che egli aveva fatto ottenere agli imprenditori privati, i quali dovevano aderire a tali richieste per poter ottenere in futuro ulteriori lavori dall'amministrazione locale. Infine il Gip ha ritenuto l'esistenza e la piena operatività di un'associazione per delinquere dedita ai reati di corruzione aggravata e di turbata libertà degli incanti aggravata che coinvolgeva alcuni imprenditori e funzionari pubblici unitamente ad un altro indagato (qualificato nell'ordinanza come promotore ed organizzatore) che vantava molteplici conoscenze presso gli ambienti politici locali e regionali e presso le varie amministrazioni locali.