La Guardia di Finanza di Arezzo ha scoperto 136 lavoratori al nero e 165 irregolari per un giro di affari milionario nell’assistenza agli anziani. Dietro la copertura della cooperativa “Progetto Assistenza”, noto marchio nel settore socio-sanitario, tanti illeciti. Due le persone denunciate e 2 i milioni di euro di multa. Aggirare la normativa e assicurarsi vantaggi fiscali e contributivi. Il tutto illecitamente e alle spalle di lavoratori piagati dalla crisi e di disabili e anziani bisognosi di assistenza. Grazie all’indagine condotta per circa un anno dalla Guardia di Finanza di Arezzo guidata dal Col Dario Solombrino e dalla Direzione Territoriale del Lavoro sono stati individuati 136 lavoratori totalmente al nero e 165 rapporti di lavoro irregolari. Denunciati i responsabili delle due società “Arezzo Assistenza” e “Valdarno assistenza” per omesse dichiarazioni contributive.
Galeotti furono quei 5 euro Sono stati i prezzi delle prestazioni, troppo bassi per passare inosservati a far insospettire Ispettorato del Lavoro, Guardia di Finanza e Cgil. Le vittime del sopruso, badanti soprattutto, impiegate nella cura domiciliare e ospedaliera, venivano pagate, nel migliore dei casi, 5 euro l’ora, con contratto di collaborazione occasionale, altrimenti a nero, saltando anche il riposo settimanale.
Cooperativa ad hoc I responsabili delle due imprese avevano creato una cooperativa sociale ad hoc, priva di struttura logistica, con il compito di interporsi fittiziamente nella gestione operativa. Di fatto il procacciamento dei lavoratori continuava ad essere effettuato dai titolari del marchio che, attraverso tale stratagemma, potevano usufruire del regime agevolato fiscale e contributivo di cui godono le cooperative sociali. L’indagine si è conclusa con l’individuazione di 301 posizioni lavorative irregolari e/o al nero, e la constatazione di violazioni per oltre 600.000 euro e di Iva per circa 100.000 euro, nonché con l’irrogazione di maxi sanzioni per lavoro nero per oltre 2 milioni di euro ed il recupero contributi per circa 500.000 euro, a fronte di retribuzioni evase per oltre 1.300.000 di euro.
La punta dell’iceberg «Questa è solo la punta dell’iceberg – dichiara Alessandro Mugnai, segretario generale della Cgil di Arezzo – la giungla delle cooperative ad Arezzo è molto complessa e necessita di approfondite indagini. Noi di Cgil siamo convinti che questo non sia un caso isolato. Il mondo della cooperazione nel nostro territorio è pieno di eccellenze, ma anche di realtà problematiche, a prescindere dal colore politico che hanno. Rosso, bianco, verde, non ha importanza: è giunta l’ora di tirare il freno a mano e affrontare questa realtà di aziende-non aziende, delle società travestite da cooperative e degli appalti – conclude Mugnai -, marasma perfetto per nascondere chi lucra sulle spalle dei lavoratori più fragili».