Che strano modo ha la politica d’oggi d’intendere i rapporti con la stampa. Questa deve essere “libera, plurale e democratica” se subisce aggressioni o intimidazioni da parte degli avversari; quando però pubblica notizie scomode o insidiose (facendo solo il proprio dovere) allora è legittimo che venga boicottata. Il mezzo passo falso è capitato al neopresidente del Consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci, in quota al Partito Democratico che da una parte si mobilita contro il ddl sulle intercettazioni e invita tutti i cittadini, giornalisti compresi, a scendere in piazza, e dall’altra, appunto, invita a boicottare, in via ufficiale, quei giornali che “si dilettano a dare certe notizie”.


L’intervento di Monaci – L’attacco del presidente del Consiglio era contro alcuni giornali colpevoli di aver pubblicato una lista di nomi da cui si sarebbe evinta una sorta di “parentopoli” in Regione. “Se accettiamo – aveva concluso Monaci – anche solo una volta di comprare il giornale o i giornali che si dilettano a dare certe notizie, noi stessi contribuiamo a togliere credibilità alle Istituzioni che sono elemento portante di democrazia e convivenza”.


La risposta di Odg e Ast toscana – Non sono passate che poche ore e ferma è arrivata la replica dell’Ordine dei giornalisti della Toscana e dell’Associazione stampa, il sindacato dei giornalisti: ”Stupisce che un esponente autorevole di un partito che si mobilita contro la Legge Bavaglio si spinga a ipotizzare una sorta di ”boicottaggio” dei giornali a seconda delle notizie che vengono pubblicate”. ”La stampa – ricordano Ordine e Ast – ha il diritto-dovere di informare, e la politica il dovere della trasparenza, così come lo stesso presidente Monaci ha ricordato con parole che condividiamo. Ma, quando la politica lascia intendere che ci possano essere notizie che possono portare al boicottaggio, si crea una censura non accettabile”.


La risposta è ineccepibile. Viene semmai da aggiungere che la “credibilità” alle Istituzioni non è minata dalla pubblicazione delle notizie. Casomai dalle notizie stesse che il ddl sulle intercettazioni vuole cancellare. E contro il quale sta montando un’ondata di proteste ed una mobilitazione generale.