E’ pari al 16,3% il capitale sociale presente all’apertura dell’assemblea ordinaria di Banca Mps con all’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016. Non ci sono i numeri per poter svolgere la parte straordinaria. I maggiori azionisti, secondo quanto comunicato dal presidente Alessandro Falciai, risultano il Mef con il 4,024% del capitale e Axa con il 3,17%. «Non risultano essere in atto patti parasociali», ha aggiunto. All’ordine del giorno della parte straordinaria dell’assemblea di Mps era prevista la riduzione del capitale sociale a copertura della perdita residua al 31 dicembre 2016 e “le relative modifiche allo Statuto sociale e deliberazioni inerenti e conseguenti”. Al secondo punto dell’odg anche alcune modifiche statutarie. Falciai ha quindi dato il via alla parte ordinaria dell’assemblea che ha approvato il bilancio 2016, chiuso con un rosso di 3 miliardi e 723 mln, con il voto favorevole del 99,42% del capitale azionario presente (15,39%).

Assemblea boccia “mozione Falaschi” L’assemblea dei soci di Mps ha, inoltre, respinto con il 98,68% la mozione ‘Falaschi e altri soci’ che avevano chiesto di avviare un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex presidente Massimo Tononi e dell’ex ad Fabrizio Viola per «aver dissimulato il dissesto aziendale con il bilancio 2016 e per averne ritardato la convocazione per l’approvazione».

Presidente Falciai: «Ottimista con i piedi per terra» «Prima di chiedere anche un solo euro al contribuente avevamo l’obbligo di percorrere quella strada che a novembre non è andata come ci aspettavamo». Lo ha detto il presidente di Falciai aprendo i lavori dell’assemblea e riferendosi al problema degli Npl. «Il mio sguardo è comunque al futuro e deve essere ottimista – ha concluso -, pur tenendo i piedi per terra».

Ripresa positiva del dialogo con la clientela «I primi mesi dell’anno segnano una ripresa del dialogo, di certo positivo, con la clientela». Lo ha detto l’ad di BMps, Marco Morelli, nelle prime battute dell’assemblea dei soci a Siena. «Un segno positivo, soprattutto in alcuni comparti come la raccolta – ha proseguito Morelli -, più tenui su altri, ma nel complesso c’è una tendenza che speriamo di consolidare. C’è la consapevolezza di poter tornare a giocare un ruolo», ha precisato l’ad. «La banca ha bisogno che si spengano le luci, di poter essere valutata per quello che sta facendo in ambito commerciale» ha sottolineato Morelli.

Morelli: «Piano diverso da ottobre» «Il piano che stiamo predisponendo sarà completamente diverso dalla strada che avevamo tracciato ad ottobre»  ha spiegato Morelli. «Come verrà fatto il piano di ristrutturazione? Ci sono diverse modalità, la banca sceglierà quella che meglio tutela il bilancio e gli interessi di tutti e la possibilità di avere beneficio dalla vendita di stock di credito deteriorato», ha detto l’ad Marco Morelli evidenziando che rispetto ad ottobre «siamo andati avanti su una serie di iniziative che avevamo presentato e che continueranno ad esser parte del piano: riduzione di filiali e aree territoriali e riorganizzazione interna». Una serie di iniziative che «continuano a dare segnali di ritorno», ha detto Morelli. «Oggi noi siamo convinti che superato questo momento di ridefinizione formale la banca può ripartire e riprendere un percorso. Chi fa un mestiere come il mio passa, c’è e poi non c’è più. La banca continuerà ad esserci e continuerà ad avere un ruolo importante nel panorama italiano». ha concluso Morelli.

Morelli: «75% credito deteriorato gestito da rete» «Sui 46,5 miliardi di crediti deteriorati più del 75% è stato erogato e gestito dalle funzioni di rete territoriale del Monte. Il 47% di questo credito è ante 2004» ha spiegato Morelli. «Le sofferenze relative ai primi 100 prenditori pesano del 3,5% del totale del credito deteriorato»  ha aggiunto, spiegando che non c’è differenza tra Nord, sud e Centro. «La pratica media è inferiore a 200 mila euro», ha detto Morelli che ha assicurato la banca proverà «a vendere sul mercato, sarà un meccanismo che cercherà di limitare al minimo la perdita di valore» cercando di mantenere comunque «un futuro ritorno anche se gestito da terzi», ossia un contratto che «lasci alla banca potenziale di valore successivo» . «Tutto quello che poteva essere stato fatto in quel momento a mio parere è stato fatto. Per il bene della banca, degli azionisti, dei dipendenti è bene guardare avanti. C’è assoluta consapevolezza che la banca ha perso 28 miliardi di raccolta – ha proseguito Morelli -. Recuperare questa raccolta prevede tempi lunghissimi  ma nutro ottimismo ha detto l’ad. Sui tempi del piano di ristrutturazione «nessuna scadenza perché non dipende dalla banca: la banca segue quelle che sono le indicazioni e l’iter non viene dettato da noi» ha spiegato l’ad Morelli ricordando che la «Bce valuterà se questo piano industriale è congruo rispetto alle indicazioni date il 23 dicembre scorso. Chiuso questo processo il Mef potrà emettere decreti attuativi per avviare burder sharing e l’ingresso dello Stato».

Il 2016 in numeri Nel conto economico 2016, che ha registrato un calo del 18% dei ricavi e un margine di interesse pari -10%, un ruolo particolare hanno continuato a giocarlo i crediti deteriorati che «sono pari a 46 miliardi di euro lordi e per i quali abbiamo accantonato circa 4,5 mld». Lo ha Morelli nel corso dell’assemblea a Siena. «E’ abbastanza chiaro che la perdita di massa di raccolta importante e dei flussi di impiego del 2016, continuerà ad avere un impatto sul conto economico. Nonostante questo abbiamo avuto comunque nuove erogazioni per 7,5 mld nella prima metà dell’anno. E’ chiaro che il tema delle sofferenze continuerà ad essere tema su cui banca deve molto focalizzarsi. Fino a che Mps non riuscirà a deconsolidare lo stock di sofferenze, che è una percentuale molto rilevante – ha aggiunto Morelli -, continuerà ad avere trend di flussi di deterioramento del credito rilevanti. Inutile fare discorsi diversi, questa è la fotografia: da parte nostra c’è totale consapevolezza di dove siamo, il tema degli Npl è asse portante di ristrutturazione».

Sindaco Siena: «Spero in un nuovo inizio» «Sono qui perché spero che si stia delineando un nuovo inizio perché entro poche settimane dovrebbe arrivare, per quello che speriamo, l’approvazione del piano industriale e l’ok alla ricapitalizzazione da parte dell’Europa». Così il sindaco di Siena Bruno Valentini prima di entrare all’assemblea degli azionisti di Banca Mps. Per il sindaco è ipotizzabile «l’ingresso dello Stato tra giugno e luglio in maniera massiccia per un periodo temporaneo ma molto lungo» e questo «dovrebbe consentire di consolidare i risultati che ha già avuto in tema di ripresa di fiducia, e una ripartenza della capacità di fare reddito soprattutto ora che dovrebbero essere sistemati i crediti in sofferenza che con le proprie rettifiche riducevano i profitti fino a determinare altissime perdite. Quello che chiediamo noi è che venga mantenuto questo rapporto con Siena, la direzione generale qua, che non venga ridotto il personale di troppe unità», ha concluso Valentini.