Quando la Vecchia Signora arriva a Firenze non è mai una domenica come le altre (leggi). Per il popolo viola è la partita dell’anno, quella da vincere a tutti i costi e da ricordare negli anni; per il Granducato bianconero è un incontro certamente importante – soprattutto per tenere a bada i vicini di casa –, ma che in fondo vale sempre e solo tre punti utili per raggiungere i massimi obiettivi. Una ruggine che si sfoga nel campionato ’81-’82 quando la Juve di Trapattoni arriva un punto davanti alla Fiorentina di Picchio De Sisti e si cuce la seconda stella sulla maglia. Qualche anno dopo nel 1990 bianconeri e gigliati si giocano addirittura la finale di Coppa Uefa, con il trofeo che va a Torino e nei giorni successivi alla vigilia dei Mondiali in Italia Roberto Baggio lascia il capoluogo toscano per approdare all’ombra della Mole. Apriti cielo. Fino all’affaire Berbatov dell’estate 2012, con il calciatore bulgaro che in volo verso Peretola, cambia idea e sembra accettare la Juve per poi finire al Fulham, il tutto nel giro di tre ore. Fra le due società volano gli stracci – ma anche per questioni extracalcistiche fra proprietà –, neanche si fosse trattato dell’acquisto di Ibrahimovic. Un campo sempre ostico e temuto per gli zebrati, anche se la Fiorentina non vince ormai dalla stagione '98-’99 con una prodezza di Batigol. Da allora 7 pareggi (l’ultimo nella scorsa stagione) e 4 vittorie bianconere, l’ultima nel marzo 2012 con uno storico 0-5 cha ha spianato la strada verso il trentesimo tricolore della Signora. In totale al Franchi di Firenze il conto delle vittorie premia i Viola per 25 a 20 con 29 pareggi.
L’attesa bianconera A tre giorni dal match abbiamo fatto un viaggio nei meandri del tifo juventino in Toscana, fra ricordi, auspici e timori. E’ emersa comunque la voglia di calcio giocato, di calcio sano e senza polemiche. Se un invito dagli juventini ai fiorentini viene fatto, è quello di rispettare la memoria delle vittime dell’Heysel (leggi blog). «Una partita che per me ha la stessa importanza delle altre di cartello – dice ad agenziaimpress.it Giuseppe Del Fiorentino, presidente dello storico Juventus Club Doc Capannori, fondato nel 1965 e fra i più grandi d’Italia con 1.700 iscritti -, e sinceramente non abbiamo mai avuto problemi con la tifoseria viola. Il ricordo più bello è stata una nostra vittoria e la sera abbiamo festeggiato con il grande Alex Del Piero e con i nostri soci a Capannori. Il match più bello? Sicuramente quello della rimonta del dicembre ’94 quando dallo 0-2 vincemmo 3-2 con il supergoal di Del Piero. Per domenica il pronostico è incerto: la Fiorentina è una grossa squadra con un grande allenatore. Ma voglio sperare in una nostra vittoria». «Per me è la partita più sentita per vari motivi: Siena è Ghibellina e Firenza è Guelfa – sottolinea Marcellino Cresti, presidente dello Juventus Club Doc Siena Ghibellina -. Mi da noia soprattutto quando i fiorentini contano fino a 39: da reduce da Bruxelles nel purtroppo famoso settore Z con mia moglie lo considero una cosa infame. Anche per questo motivo non sono mai stato a vedere dal vivo Fiorentina-Juventus (a Firenze) e nemmeno mai ci andrò. La partita più bella è quello di due anni fa, un bel 5 a 0 a casa loro, e via. Il pronostico per domenica? 1 a 0 per noi» Per Piero Russello, presidente dello Juventus Club Doc Viareggio, un ricordo nostalgico di un calcio che non c’è più: «E’ una partita sentita solo da loro – dice ad agenziaimpress.it – per noi è uguale alle altre. E’ bene evitare troppi attriti: ricordo quando da ragazzo, a fine anni Cinquanta si andava a Firenze a vedere la Juve con il tegame di pasta e il fiasco del vino e si pranzava dentro allo stadio con i fiorentini. Così dovrebbe essere il calcio, ma purtroppo andare a Firenze oggi non è sicuro e non ci vado più. Abbiamo anche una scuola calcio (intitolata al viareggino Marcello Lippi) ed insegniamo i veri valori sportivi ai nostri ragazzi, il calcio deve essere solo una festa. La partita del cuore è l’incredibile rimonta del ’94 che dette il via alla corsa scudetto della prima Juve di Lippi: Per domenica mi auguro una nostra vittoria perché siamo complessivamente superiori anche se loro sono una bella squadra. L’importante è che sia una partita regolare e una festa di sport». «La sfida con i viola per noi juventini che viviamo in Toscana è sempre un evento particolare – commenta Guido Saletti, presidente dello Juventus Club Doc Valdorcia-Valdichiana“Beppe Furino” – , non tanto da un punto di vista sportivo, visto che raramente siamo stati in lotta per gli stessi obiettivi, ma per gli aspetti goliardici con gli amici viola. Le partite che ricordo con maggior piacere sono due ed entrambe giocate a Torino: la prima quella del 4 dicembre 1994 quando sotto di due gol ci fu la magnifica rimonta con la doppietta di Vialli ed il gol di Alex Del Piero che ad oggi considero il più bello della storia bianconera; la seconda è quella del 17 ottobre 2009 quando da neo presidente dello Juventus Club fui invitato in tribuna Juventus ed ebbi il piacere di conoscere il mitico Beppe Furino a cui è intitolato il nostro Club. Le partite in casa viola sono state sempre più complicate a parte quel 5 a 0 che ancora brucia in tutta Firenze. Quest'anno sarà dura, sia perchè entrambe le squadre attraversano un periodo non brillantissimo, anche se noi i punti li abbiamo fatti, sia perchè pochi giorni dopo ci attende la sfida col Real Madrid che è sicuramente più importante e delicata. Fare un pronostico è difficile perchè è troppo che non esce il segno 1 e per la legge dei grandi numeri ci può stare, ma se guardiamo le potenzialità delle due rose potrebbe esserci un bel 2, per cui va a finire che come lo scorso anno ci sarà un pareggio. Il cuore mi dice però che da Firenze la Juventus uscirà più forte e pronta per affrontare il Real e tutto il resto della stagione. Infine mi auguro di non dover vedere ancora una volta quella ignominia delle magliette e degli striscioni che offendono la memoria dei martiri dell'Heysel e spero anche che i nostri tifosi diano esempio di civiltà sportiva». Anche a Livorno batte un grande cuore bianconero: «Per noi juventini toscani è sempre stata un’occasione particolare – dice Antonio Tumminia, presidente dello Juventus Club Doc Livorno “Armando Picchi” – data la vicinanza e il fatto che in gran parte della regione si tifi contro i viola in primis per il forte campanilismo che c’è da sempre tra noi toscani, poi perché quando le due squadre si sono contese il primato, una serie di circostanze ha alimentato polemiche aumentando la rivalità tra le due tifoserie. Per questo non organizziamo trasferte a Firenze fin dalla seconda metà degli anni novanta invitando i nostri soci alla massima attenzione. Un ricordo cui tengo in modo particolare anche per porre l’accento il diverso modo di partecipare all’evento sportivo è un Juventus – Fiorentina primi anni settanta con la Juve sconfitta 4 a 1 visto in curva Fiesole insieme a degli amici fiorentini. Una brutta giornata sportiva per me, ma un bel ricordo di quando il calcio era vissuto senza le esasperazioni di oggi». Anche per Tumminua tra le partite più belle c’è la rimonta del ‘94/’95 firmata dalla doppietta di Vialli e il gol di Del Piero. «Domenica – conclude il presidente dello Juve Club labronico – sarà una partita molto difficile anche perché prima di un importante incontro di Champions decisivo per il cammino in coppa. Un pareggio sarebbe un buon risultato, visto il valore della Fiorentina e che per i fiorentini è la partita dell’anno». Il nostro viaggio si conclude proprio a Firenze dove nel 2012 è stato aperto lo Juventus Club Doc Firenze “Le Signe” «Una partita sicuramente molto emotiva per tutti i trascorsi tra le due fazioni di tifoserie. Essere Juventini a Firenze è molto dura – ammette Mario Mattana, vicepresidente del Club -. Fra i tanti risultati positivi per la Juve mi piace ricordare il recente 5 a 0 inflitto a domicilio, e ricordo volentieri quella partita iniziata con la tifoseria viola che si era munita di parrucche per prendere in giro Conte, ma al risultato finale abbiamo gioito noi alla grande. Il mio pronostico è un pareggio per 1 a 1, se poi la Juve vince meglio ancora».
La mappa del tifo Tifosi bianconeri in ogni angolo della Toscana da Pontremoli a Radicofani, dall’Isola d’Elba a Sansepolcro. Il viola intenso di Firenze sbiadisce man mano che ci si allontana dal capoluogo. I motivi affondano anche nella storia, le guerre del passato fra Firenze e Siena, fra Firenze e Pisa oppure Lucca, hanno inciso e non poco sulla passione calcistica. In molte province del Granducato c’è addirittura la prevalenza di tifosi bianconeri, in alcune viola e juventini si equivalgono. Nel variegato mondo del tifo per la Vecchia Signora, troviamo di tutti, dal tifoso ‘da poltrona’ a chi appartiene ai gruppi ultras, fino ad una esatta mappatura dei Club ufficialmente riconosciuti dalla Juventus FC, ovvero i Club Doc. Sono 35 e distribuiti in tutta la regione, si va dai 7 in provincia di Lucca, ai 5 di Livorno, ai 4 di Grosseto Arezzo e Massa Carrara ai 3 di Pistoia fino ai 2 Club presenti in provincia di Siena, Pisa Prato e Firenze. Club che sono intitolati alla città di appartenenza, al 5 maggio o a campioni del passato più o meno lontano, da Nedved a Del Piero, da Furino a Scirea senza dimenticare i toscanissimi Buffon e Chiellini. Il Club di Arezzo ricorda invece due delle 39 vittime dell’Heysel, che erano appunto aretine, Roberto Lorentini e Giusy Conti. Anche Giorgio Batini – giornalista e scrittore fiorentino – nel suo “Toscanacci” (Ed. Bonechi, 1987) parlando delle antipatie dei toscani nei confronti del capoluogo evidenzia la juventinità di questa regione: “Se poi, a Firenze, viene a giocare la Juventus, la 'vecchia signora del calcio italiano', allora la Fiorentina gioca 'in casa' per modo di dire e i tifosi juventini della Toscana sono più numerosi di quelli che arrivano da Torino e dal Piemonte. In quelle occasioni allo stadio a tifare per la Juve c’è mezzo granducato e i tifosi juventini non gridano in piemontese ma in toscano”.