Per la prima volta una donna al vertice di Bancasciano. Daniela Duranti, infatti, è stata eletta alla presidenza, mentre suo vice è il sinalunghese Gianluca Biribò. Sono i primi atti del nuovo consiglio di amministrazione eletto dopo l’assemblea dei soci di domenica scorsa e preceduta da giorni di vigilia molto tesi da parte di gruppi contrapposti. (BCCAsciano nuovi organi eletti)
Il voto ha sancito la netta affermazione dei soci che fanno riferimento alle aree di Asciano e della Valdichiana, rispetto all’area senese e della Valdarbia che aveva dato battaglia, non disdegnando anche quella legale che pare non essersi esaurita nemmeno alla vigilia della assemblea stessa. Dei sette nuovi consiglieri, infatti, tre sono espressione del paese del Garbo, Francesco Cini, Daniela Duranti e Andrea Tommasi, e altrettanti di Sinalunga, Gianluca Biribò, Moreno Capacci e Gianfrano Censini. Il settimo consigliere è il rapolanese Ivo Coppola, eletto nelle fila del “Comitato Cassa Rurale e Artigiana” che lo scorso 23 novembre, in un’altrettanto affollata assemblea, sostenne il no alla proposta di fusione con la Bcc di Montepulciano da cui scaturirono le dimissioni di tutto il gruppo dirigente.
Appare, dunque, chiaro il rapporto di forze che ha espresso in modo netto la nuova dirigenza e con essa anche la strategia per il futuro della banca che appare, comunque, destinato ad una fusione in tempo breve. Alla vigilia dell’assemblea, infatti, il presidente uscente Paolo Lorenzoni, aveva reso noto che nel corso di un incontro con i dipendenti la direzione toscana della Banca d’Italia aveva chiaramente indicato il percorso obbligato di Bancasciano, cioè «attivare e portare a rapida conclusione la fusione con una banca consorella territorialmente vicina». «Il futuro presidente, insieme al rinnovato consiglio di amministrazione, – aveva chiosato Lorenzoni – dovrà svolgere un ruolo da “traghettatore” verso la nuova compagine societaria aggregata».
Alla luce dei risultati dell’assemblea di domenica scorsa l’asse della stessa Banca di credito, che nel 2011 aveva festeggiato i 100 anni dalla fondazione, appare sempre più distante da Siena (e dalle banche consorelle) e più vicino a riprendere il dialogo interrotto.