Perché le Aru, presentate dall’Amministrazione comunale di Siena come un beneficio per i cittadini sono nella quasi totalità dei casi osteggiate dai residenti? Quali effetti avrebbero le Aru, aree di sosta a pagamento e a disco orario, sulla fisionomia della città? Come sta cambiando e come è prevedibile che cambi la fisionomia del centro storico di Siena, anche a causa dei problemi di mobilità?
Proviamo a fare alcune riflessioni sulle notizie che in questi giorni si susseguono sulla mobilità urbana. Intanto diciamo che, riguardo alle Aru, gli abitanti di San Prospero fanno sul serio. In seguito al progetto del Comune, peraltro apparentemente nebuloso, è partita una vibrata protesta, che dalle problematiche del singolo quartiere si sta estendendo anche alla questione più generale dell’accesso al centro storico, della vivibilità di Siena, della tutela degli esercizi commerciali, che sarebbero pesantemente danneggiati. Negli ultimi giorni è stato depositato l’atto costitutivo del Comitato anti-Aru, che in pochissimo tempo ha già raccolto più di 1.000 firme. Al momento sembra che l’Amministrazione Comunale abbia abbandonato il progetto.
San Prospero è una zona che ha aree di parcheggio più che sufficienti per i residenti e anche per tutti coloro che vogliono accedere al centro storico per lavoro o per commissioni. Si realizza, infatti, una sorta di turn over naturale: chi vuole parcheggiare l’auto a San Prospero di solito lo fa quando i residenti spostano l’auto per andare al lavoro. Solo il mercoledì mattina, in occasione del mercato settimanale, la parte alta di San Prospero presenta delle criticità.
Con l’attivazione dell’Aru e della sosta a pagamento per molti residenti si verificherebbe un peggioramento della qualità della vita. «La creazione di una Aru a San Prospero – si legge nella petizione del Comitato – e l’introduzione di parcheggi a pagamento e a disco orario, produrrebbe un effetto domino». La pressione del traffico verrebbe concentrata e si sposterebbe su altre zone.
In una zona ad alta densità di aree private, i residenti sarebbero indotti a sostenere spese consistenti per difendere i propri spazi di sosta con sbarre o barriere, poiché tante persone, nonostante i cartelli, verosimilmente verrebbero a parcheggiare nelle aree private. Inoltre, queste strade, la cui manutenzione è a spese esclusive dei proprietari, verrebbero ad essere gravate di spese ulteriori per il forte incremento del passaggio di auto, anche a discapito della qualità dell’aria.
In generale, le Aru e i parcheggi a pagamento o a disco orario, lungi dal portare benefici – se non alle casse – stringerebbero d’assedio il centro, funzionando come una cinta muraria virtuale difficile da penetrare. Un novello dazio che verosimilmente scoraggerebbe l’accesso alle Contrade, ai negozi e che farebbe prevedibilmente spostare il flusso del commercio su altre zone come via Massetana e viale Toselli. In questo contesto, anche il panorama merceologico intra-moenia rischierebbe di cambiare irreversibilmente, in un centro storico già svuotato di abitanti, che assomiglia sempre di più a un enorme ristorante a cielo aperto, a un parco a tema senz’anima.
La sensazione è che, più di tutto, si voglia fare cassa: con i bollini, che sono verosimilmente molti meno dei posti effettivi a disposizione; con le multe, che come si legge saranno ancora più severe; con le aree di sosta a pagamento e a disco orario.
Si ha la sensazione che far avvicinare le persone al centro debba per forza comportare un qualche balzello. E si ha la sensazione che abitare in centro – peraltro con servizi carenti, come quello della raccolta dei rifiuti – sia per qualcuno un insopportabile privilegio. Da far pagare caro.