nanotecnologiaSpeciali patine, pellicole e materiali, realizzati grazie all’utilizzo delle cosiddette nanotecnologie, in grado di rivestire e preservare il patrimonio artistico italiano e europeo dallo scorrere del tempo e dagli agenti atmosferici, con un utilizzo ampissimo che va dalla conservazione dalle antiche cattedrali fino alle opere di arte moderna e contemporanea. Questi gli obiettivi di Nano-Cathedral e Nano-Rest-Art, i due progetti, entrambi toscani, scelti dalla Commissione europea su 72 proposte provenienti da tutto il vecchio continente, che hanno vinto l’apposito bando comunitario dedicato al tema delle nanotecnologie per la protezione e conservazione dei beni culturali.

Tutela dell’arte moderna I due progetti si sono aggiudicati un ammontare di circa 16 milioni di euro. Il finanziamento è andato ai consorzi interuniversitari, con sede a Firenze, Instm che coordina il progetto Nano-Cathedral (6,5 milioni di euro) e Csgi (circa 9 milioni) che è a capo di Nano-Rest-Art. Come spiegato da Isella Vicini, che si occupa di project management per Nano-Cathredal, «il progetto vuol preservare dall’inquinamento, dagli attacchi atmosferici o vandalici le cattedrali europee grazie a delle pellicole realizzate grazie all’impiego dei nano materiali». Scopo di Nano-Rest-Art, ha spiegato il professor Piero Baglioni che coordina il progetto, «è quello di conservare l’arte moderna e contemporanea. Da 30 anni come Csgi ci occupiamo di conservazione dei materiali che costituiscono le opere d’arte, e abbiamo dato vita al 90% dei metodi più avanzati che oggi i restauratori utilizzano nel loro lavoro sull’arte classica. Fino ad oggi però nessuno al mondo si era occupato di arte moderna che utilizza spesso materiali deperibili e soggetti a reazioni chimiche di decadimento piuttosto veloci».

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