S’intitola ‘Carlo Dolci 1616-1687′ la mostra che si inaugura martedì 30 giugno nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze (aperta fino al 15 novembre 2015). Protagonista indiscusso della pittura del Seicento a Firenze, Carlo Dolci è stato osannato dai critici e dai biografi del suo tempo per la realizzazione di opere uniche nel loro genere, eseguite con impeccabile diligenza e con un rigore descrittivo che si potrebbe definire “iperrealista”.
Cento opere in mostra Dolci fu molto apprezzato anche dai più illustri membri di Casa Medici e della nobiltà europea, e si distinse per l’esecuzione di dipinti apprezzabili per la magistrale definizione delle sue figure – spesso raccolte in pose estatiche e quasi baciate da un’avvolgente luce lunare che rende gli incarnati simili alla più pura porcellana e per l’intrigante e quasi maniacale cura nella resa dei dettagli: dalle stoffe soffici e quasi palpabili delle vesti, agli splendidi gioielli, che, usando le parole del biografo Filippo Baldinucci, erano «imitati in modo sì stupendo (e vero), che, per molto che si toccasse e ritoccasse la tela per assicurarsi che essi fosser dipinti l’occhio ne rimaneva in dubbio». Per rendere degnamente omaggio a questo grande maestro sono state selezionate per la mostra quasi cento opere, che, tra dipinti e disegni, esprimono l’alto livello qualitativo raggiunto dall’artista nelle sue creazioni.
Dolci e i suoi “colleghi” A fare da cornice alle composizioni di Dolci sono esposti anche dipinti e sculture di altri artisti fiorentini del suo tempo o di poco precedenti e un piccolo ma interessante nucleo di pitture riferibili ai suoi allievi, che ebbero l’onore di preservare il linguaggio stilistico dell’artista fino al Settecento. Per mettere in luce l’importanza e l’unicità dell’artista la mostra propone opere di primo piano conservate oltre che nei più importanti musei di Firenze, in rinomate collezioni pubbliche e private straniere, come il British Museum a Londra, il Musée du Louvre a Parigi, gli Staatliche Museen a Berlino, il Nationalmuseum a Stoccolma, il Cleveland Museum of Art a Cleveland, l’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, il Fitzwilliam Museum a Cambridge, l’Ashmolean Museum a Oxford, la Burghley House a Stamford, il Musée des Beaux-Arts a Brest, la Collezione Thyssen Bornemisza a Madrid e ultima, ma non per importanza, la Royal Collection inglese, che, per l’occasione ha prestato la bellissima Salomè con la testa del Battista, mai esposta in Italia. In occasione della mostra è stata avviata una importante campagna di restauri, che ha riguardato in particolare dipinti del Dolci provenienti dal territorio fiorentino, oltre ai quadri della Palatina e di altri musei del capoluogo toscano, per un totale di 33 fra restauri completi e revisioni