Il restauro del tetto e dell’abside della chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, uno dei ‘gioielli’ pisani, è finito ma il tempio resta chiuso ai visitatori e il suo futuro è più fosco del presente. Dopo trent’anni di servizio, infatti, il rettore monsignor Aldo Armani ha dato le dimissioni e ora l’Arcidiocesi di Pisa, concessionaria del bene di proprietà demaniale, dovrà trovare un valido sostituto: «Ma la manutenzione ordinaria costa – avverte il prelato – e non credo che si trovi qualche altro cireneo che come me vi si è dedicato anima e corpo».
Il finanziamento Dal 31 luglio scorso sono state rimosse anche le impalcature necessarie per gli interventi di impermeabilizzazione della navata centrale, realizzati grazie a un finanziamento di 300 mila euro della Fondazione Pisa, ma la chiesa, che ospita anche una preziosa pala del Vasari danneggiata proprio dalle infiltrazioni d’acqua piovana e restaurata grazie a una sponsorizzazione dell’Esselunga, resta chiusa. «Sono troppo vecchio e le mie condizioni di salute non mi permettono di andare avanti – spiega Armani – e mi dispiace molto essere arrivati a questa conclusione. Spero solo che ora chi ha l’autorità per prendere una decisione sia in grado di mettere in campo un progetto capace di non buttare via questi trent’anni d’amore».
Arte e storia La chiesa sorge nella piazza dei Cavalieri e la sua prima pietra fu posta il 17 aprile 1565 da Cosimo I de’ Medici, il committente del rinnovato spazio pubblico di piazza dei Cavalieri per l’Ordine dei cavalieri di Santo Stefano, fondato dal granduca per combattere la pirateria turca nel Mediterraneo. Progettata da Giorgio Vasari, per costruirla in piena libertà venne demolita una vecchia chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori, e fu consacrata nel 1569, al suo interno conserva la “Lapidazione di Santo Stefano” dipinta dallo stesso Vasari.