“Piero Sadun. Genesi di un artista 1938-1948” è la mostra che verrà inaugurata oggi (ore 17.00) nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Siena. Un giusto omaggio che la città vuole rendere ad un artista a quarant’anni dalla scomparsa. L’esposizione (aperta al pubblico fino al 10 gennaio) si concentra sugli esordi precoci e sulla riflessione figurativa di Piero Sadun e sui drammatici eventi del decennio compreso tra il 1938 e il 1948, in cui si consolida l’esperienza del giovane che finì discriminato in quanto ebreo, espulso dal Liceo Ginnasio “Enea Silvio Piccolomini” di Siena in base alle leggi razziali, clandestino e poi protagonista della Resistenza quando si unisce alle truppe partigiane nelle colline dell’Aretino.
Poi il percorso artistico lo portò a diventare artista originale e versatile che lo vedrà, insieme a Scialoja, Ciarrocchi e Stradone, protagonista nel gruppo dei “quattro artisti fuori strada” (come li definì brillantemente Cesare Brandi), approdare all’astrattismo degli anni ’50, al cubismo e alla corrente dell’Informale. Il percorso espositivo inizia con “Il Paesaggio al tramonto” (1938), lo stesso dipinto che ha aperto la mostra antologica dedicata all’artista senese nel 1976-77 allestita a Palazzo Barberini a Roma e poi a Siena nel 1977. Tra le altre opere in mostra anche i ritratti di Mario, Rodolfo e Pina Bracci, commissionati all’artista in piena campagna razziale dal professor Mario Bracci, unico docente universitario non iscritto al Partito Nazionale Fascista che gli fece da mecenate; e quello dello scrittore e critico cinematografico Mario Verdone, padre dell’attore e regista Carlo, di cui Sadun fu compagno di scuola e amico.
La mostra, curata da Anna Maria Guiducci e Maria Mangiavacchi, è realizzata con il lavoro di ricostruzione di quel periodo svolto di Anna Di Castro. È promossa dal Polo Museale regionale della Toscana-Pinacoteca Nazionale di Siena, Comunità Ebraica di Siena/Firenze, Regione Toscana col patrocinio del Comune di Siena nell’ambito delle iniziative di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015 e dell’Università di Siena e i contributi di Fondazione Ambron Castiglioni e della Misericordia Israelitica di Siena.