«L’ abbandono di questi scavi è molto poetico ma se a questo viene accostato un abbandono sociale si parla di degrado e tutto può degenerare». Così il critico d’arte Vittorio Sgarbi oggi ad Arezzo per inaugurare la mostra dedicata al Colle del Pionta, zona storica situata nel centro della città che ospita il Campus universitario e il Parco del Pionta. Il quartiere del Pionta è da tempo al centro di molte polemiche a causa dello stato di abbandono e degrado in cui versa. Cittadini e studenti si lamentano degli spazi invasi dalla sporcizia, lasciati in mano ai tossicodipendenti e agli individui che vivono accampati nel parco.
La proposta di Sgarbi «Metà dei soldi di Icastica per il Pionta» «Quando lo Stato ha un bene che non tutela, non cura e lo tiene chiuso diventa privato, nel senso che ne priva i cittadini – ha aggiutno Sgarbi – E questo è inaccettabile. Io vedo la bellezza delle reliquie del passato e non vorrei più vedere le siringhe e sentire che il Colle del Pionta è in mano ai tossicodipendenti e ai delinquenti. Non dovrebbe essere difficile per le amministrazioni far un progetto efficace di manutenzione e riqualificare. Un buon sindaco potrebbe farlo. Invece del “Colle dei drogati” possiamo fare il “Colle dei fidanzati”. E da Sgarbi arriva anche un’idea per reperire le risorse: «Se solo spendessimo la metà dei soldi di Icastica per il Pionta faremmo una cosa “icastica”. Basta con quello schifo di clinex usati. L’arte e la cultura sono un’altra cosa».
Nessun progetto concreto, tante idee Una richiesta, quella di un significativo progetto di riqualificazione, che per il momento non trova adeguata sponda nel sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che ci ha tenuto a precisare: «Non abbiamo ancora un progetto di riqualificazione della zona, ma stiamo lavorando per questo. Vogliamo istituire un presidio della Polizia Municipale. Però per risanare la zona abbiamo bisogno di conoscerla per questo per ora stiamo studiando. Contemporaneamente al restauro del sito archeologico metteremo in atto un recupero dell’area a 360 gradi. La zona sarà attrattiva, fruibile e felicemente vivibile da cittadini e turisti per la fine dei lavori. Una vera rivoluzione».
La mostra A difesa dell’antico Colle del Pionta è schierata da tempo l’Associazione Culturale di Academo ‘Roberta Pellegrini’, che da anni ha a cuore la tutela di questo patrimonio archeologico aretino. A questo proposito ha condotto degli studi geologici, storici e delle analisi effettuate sul colle del Pionta con l’ausilio del rilievo con drone, laser scanner 3d. I risultati di questi studi sono riuniti in una mostra, inaugurata questa sera, dal titolo “Alla scoperta del Colle del Pionta”.
Il Colle del Pionta è un sito archeologico di epoca antica e medievale, conosciuto anche come “Duomo vecchio”, si trova a sud-ovest della città di Arezzo, ad un chilometro dall’attuale cattedrale; nell’Alto Medioevo fu sede del centro del potere ecclesiastico e civile di Arezzo con i suoi vescovi-conti. Il Pionta vanta origini antichissime. Con il martirio subìto nel 304 dal secondo vescovo di Arezzo, San Donato, patrono della città, e con l’inizio del suo culto, il sito conobbe una vera fioritura. Sul Colle del Pionta, dopo la pace costantiniana nel 313, venne eretta una cappella oratorio ad opera del successore di Donato, Gelasio, attorno al quale, rapidamente, si sviluppò un importante centro culturale paragonabile a quello di Tours: uno dei principali luoghi spirituali dell’intero occidente. Gli scavi archeologici all’interno del Parco ne danno testimonianza.
Il Pionta, scrigno di tesori antichi Alla primitiva chiesa paleocristiana del IV secolo si affianca nel 650-840 la cattedrale di Santa Maria e Santo Stefano che, come dimostrano le esplorazioni effettuate, rivela la presenza in loco dei longobardi e poi dei franchi, la canonica istituita dal papa Pietro I presso la cattedrale nel 840, la sede vescovile ( il vescovo di Arezzo sarà uno dei primi che dopo il mille si fregerà del titolo di conte), ed infine, il grandioso complesso del Tempio di San Donato, realizzato dal famoso architetto Maginardo ad immagine della Basilica San Vitale in Ravenna, consacrato nel 1032 e purtroppo non ancora identificato dagli scavi.
Il Pionta: un importante passato universitario Dal momento in cui si viene a costituire una vera cittadella vescovile confermata dalla presenza di Maginardo, di Guido Monaco e dell’archivista Gerardo, lo sviluppo degli studi giuridici, musicali e dell’arte della miniatura costituirono la “scuola della cattedrale”. Questa portò alla nascita, ad Arezzo, tra il 1203 e il 1215, della terza Università al mondo dopo Parigi e Bologna. Dopo il trasferimento della cattedrale all’interno della cinta muraria, il Colle del Pionta, meta di venerazione e pellegrinaggio per tutto l’occidente cristiano, venne progressivamente abbandonato, subendo saccheggi e divenendo ricovero di fuorilegge e sbandati. L’ultimo episodio, che determinò il definitivo declino del sito, avvenne in conseguenza della decisione di Pietro Strozzi, nemico del granduca Cosimo I de′ Medici, di accamparvisi con le sue truppe nel 1554, scelta che portò Cosimo I alla demolizione dell’intero complesso nel 1561.
La storia si ripete Il Colle del Pionta è protagonista oggi di una nuova storia universitaria, e di un nuovo sofferto abbandono. Il Pionta custodisce al suo interno il campus universitario della città e i suoi circa duemila studenti. Questi ragazzi e ragazze si ritrovano oggi a dover fare i conti con una realtà ben diversa a quella degli anni passati: dividono i loro spazi con sporcizia, tossicodipendenti e individui accampati nel parco.