Domenica 3 novembre va in scena al TuscanyHall di Firenze lo spettacolo “Arrivederci fra mille anni. Viaggio alla scoperta dell’affascinante cultura della Via della Seta”, unica data toscana del grandioso show tutto cinese, che con un’incredibile festa di suoni e colori accompagnerà il pubblico attraverso 5000 anni di storia della Cina (ore 19,30). Lo spettacolo è organizzato dall’ufficio stampa del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e dal Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze, e arriva nel capoluogo toscano grazie alla collaborazione di Zhong art International.

Lo spettacolo La cultura cinese ha radici antichissime. Nel corso della sua evoluzione, lunghi “fili” invisibili sono andati tessendo uno stretto legame tra Oriente e Occidente, fino a creare la cosiddetta Via della Seta: molto più di una rotta commerciale, ma una luminosa strada che ha favorito fruttuosi scambi culturali ed artistici tra i due mondi. Lo spettacolo “Arrivederci fra mille anni” travolge il pubblico con il fascino della cultura cinese e delle diverse forme d’arte sviluppatesi in seno a quest’antica civiltà: il canto, la danza e la musica si sposano magistralmente a straordinari effetti acustici e a magici giochi di luce, per presentare alcuni dei personaggi chiave dell’amicizia tra Oriente e Occidente, raccontare significative vicende storiche e descrivere territori unici dalle tradizioni millenarie. E così sul palco ci saranno non soltanto l’italianissimo Marco Polo, ma anche Zhang Qian, il pioniere cinese della Via della Seta che in missione nelle regioni occidentali aprì di fatto le comunicazioni già nel lontano 139 avanti Cristo; oppure il grande navigatore Zheng He, il quale nella prima metà del ‘400 si narra sia riuscito a giungere fino alle coste africane, passando per l’Indocina e l’India.

Danza delle mille braccia Tra i balli, non mancherà la “Danza delle mille braccia”, coreografia nota in tutto il mondo basata sulla figura del Buddha della grande compassione tradizionalmente raffigurato con innumerevoli mani, accanto a danze più ricercate come quella degli “Apsaras volanti”, che si ispira alle eccezionali pitture murali e alle sculture delle Grotte di Mogao, importante sito archeologico cinese. “Apsaras” è il nome delle divinità volanti del pantheon buddhista, che diversamente dalla rappresentazione iconografica occidentale degli angeli vestono eleganti abiti femminili, conducendo con leggiadria nastri cangianti di seta. Il “Ballo degli Abiti Arcobaleno” ha origine da quello che si teneva nel palazzo imperiale della dinastia Tang in Cina più di 1.000 anni fa: un gruppo di dame di corte danzava in variopinti abiti dalle maniche lunghe, portando il pubblico nel mondo incantato delle fate nel Palazzo sulla Luna.

Concerto di campane di bronzo e tamburi Con il “Concerto di campane di bronzo e tamburi” si avrà l’eccezionale opportunità di apprezzare una delle prime forme musicali cinesi: le campane di bronzo sono infatti il più antico strumento a percussione del paese, qui accompagnate da performance di tamburi e di tajiquan, coreografia di danzatori che esprimono allo stesso tempo grazia ed energia. Innumerevoli anche le canzoni, come “L’oca selvatica” tipica della minoranza mongola, “Mo Li Hua” (ossia “Fiori di gelsomino”), una delle liriche tradizionali più famose della Cina, celebre anche in Occidente per essere stata ripresa da Giacomo Puccini nella Turandot con l’aria “Là sui monti dell’est”. Saranno anche rivisti e interpretati alcuni  brani di altri Paesi ormai considerati dei classici, come “España cañí”, il famoso pezzo di paso doble spagnolo e, come omaggio all’Italia, una sorprendente versione di “O’ sole mio”.