FIRENZE – Un’alleanza in nome della sicurezza. Stretta da Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e dall’università di Pisa, attraverso il Dipartimento di scienze della terra, per svolgere analisi e campionamenti per verificare eventuali contaminazioni da aggregato riciclato contenente Keu nelle acque e nei terreni.
L’attività, finanziata anche dalla Regione Toscana, verrà realizzata nei prossimi 12 mesi e si avvarrà dell’esperienza del dipartimento, specializzato da tempo nelle ricerche sulla diffusione di inquinanti nel sottosuolo. “La ricerca durerà un anno e verrà condotta con strumentazioni molto sofisticate – ha detto Monia Monni, assessore regionale all’Ambiente -. Una volta conclusa ci attendiamo informazioni preziose che ci aiuteranno a indirizzare le successive operazioni di messa in sicurezza e bonifica. La Regione finanzierà la ricerca con 97 mila euro e altrettanti arriveranno dall’Università di Pisa”.
Arpat effettuerà i campionamenti del Keu e delle matrici ambientali relative, sottoponendoli alle analisi di competenza. Il Dst si occuperà della caratterizzazione della distribuzione del cromo e di altri elementi di interesse nel Keu attraverso una serie di metodologie analitiche mineralogiche e geochimiche. Studierà inoltre la reattività del materiale, anche con l’applicazione di metodi isotopici e in funzione di una serie di agenti ossidanti. Questi dati rappresenteranno la base per lo studio della stabilità del Keu: presupposto per i processi di rilascio di cromo esavalente alla fase acquosa e per la pianificazione di azioni di mitigazione.
“Il Keu è un rifiuto classificato come speciale, ma non è pericoloso. Se correttamente smaltito non crea problemi – ha spiegato il direttore di Arpat, Pietro Rubellini -. Quelli che invece si sono verificati con l’aggregato contenente KEU ottenuto dalla ditta Lerose, del quale invece non abbiamo una conoscenza altrettanto buona. Lavoreremo in sinergia proprio per indagare la sua interazione con l’ambiente”.