Il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani dichiara guerra alla “Tassa sui fossi”, «un contributo dovuto al Consorzio di Bonifica del comprensorio istituito con la Legge regionale del 1994», come spiega Martino Martini sulle pagine di ArezzoNotizie (link). Fanfani ha definito i consorzi di bonifica «territorialmente irragionevoli, politicamente inopportuni e con profili di illegittimità costituzionale». Il sindaco di Arezzo ha annunciato che farà domanda formale di sospensione delle elezioni degli stessi anticipando poi che non pagherà la tassa sui fossi. «Siamo di fronte ad una nuova patrimoniale, ad una sorta di Imu. Approssimativamente gli aretini hanno pagato 5 milioni in cinque anni. Quale contropartita hanno avuto, in termini di investimenti, 235mila euro nel 2008, 182mila nel 2009, 168mila nel 2010, 204mila nel 2011 e 437mila nel 2013. Il rapporto è di 5 milioni contro 1,2 milioni di euro. Dobbiamo poi considerare che il 43% delle spese del consorzio sono generali e quindi vorrei sapere perché gli enti locali non possono fare da soli con un evidente risparmio». Il primo cittadino aretino si è anche dichiarato pronto a pubbliche iniziative da intraprendere in Regione Toscana.
 
Anche la Provincia scende in campo Una posizione, quella di Fanfani, condivisa anche dal presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai. «Fin dalla campagna elettorale, ho sostenuto che Consorzi e Autorità di Ambito dovessero essere aboliti, assegnando le competenze alle Province in quanto enti democraticamente eletti da tutti i cittadini. Al momento del mio insediamento il Consorzio era già costituito ed aveva un Presidente e un Amministratore Delegato, e ogni atto compiuto durante il mio mandato è stato teso da un lato all'applicazione delle leggi vigenti, dalla quale non posso ovviamente esimermi avendo giurato fedeltà alla Costituzione e al nostro ordinamento, e dall'altro a cercare di garantire risparmi alla gestione del Consorzio, tramite l'utilizzo anche di nostro personale», ha scritto il presidente aretino che poi ha sottolineato che nella consultazione sulla proposta di riordino dei Consorzi avanzata dalla Regione Toscana la Provincia di Arezzo, insieme all'Unione Province Toscane, ha espresso un voto contrario. «Devo amaramente notare che si è fatto il contrario di quanto io auspicavo, perché le Province sono state strozzate sul piano dei bilanci e delegittimate con provvedimenti che, per quanto sconfessati dalla Corte Costituzionale, hanno minato la nostra capacità di agire mentre Consorzi e altri Enti hanno continuato a operare, senza dover rispondere direttamente ai cittadini come avviene per sindaci e presidenti di Provincia».