Quattro corsi per cittadini stranieri per favorire l’integrazione nel territorio aretino. E’ quanto promosso dal progetto regionale “Rete e cittadinanza” di cui sono partner la Provincia di Arezzo insieme alle altre province toscane, l’UNCEM e l’Università per gli stranieri di Siena.

L’iniziativa L’attività centrale e strategica del progetto è l’erogazione di corsi di italiano, cittadinanza e orientamento al lavoro per cittadini di paesi terzi ma, altra parte fondamentale dell’iniziativa, è quella della mappatura dei soggetti che erogano corsi di italiano, a cura di Oxfam Italia Intercultura, in modo da conoscere tutti quei progetti e iniziative di formazione linguistica e orientamento presenti nel territorio.

I corsi Le lezioni saranno tenute dal Centro Territoriale Permanete per l’istruzione e la formazione in età adulta (ad Arezzo); dall’Associazione il Timone (a Sansepolcro); dall’Arci (a Poppi) e dall’Arci solidarietà (a Monte San Savino). Ai circa 60 partecipanti saranno forniti gli strumenti per facilitare il percorso di integrazione, favorire il loro inserimento nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro. Alla fine del corso, i partecipanti, potranno sostenere le prove, scritte e orali, per ottenere la certificazione della conoscenza dell'italiano necessaria ai fini del rilascio dei titoli di soggiorno, come previsto dall'Accordo di Integrazione tra lo Stato e lo Straniero, appena entrato in vigore (Decreto del Presidente della Repubblica del 14 settembre 2011 n. 179).

Gli stranieri nel territorio aretino Secondo i dati della Sezione Immigrazione dell’Osservatorio delle politiche sociali della Provincia di Arezzo, sono 37.691gli stranieri residenti (all’1/1/2011) e rappresentano il 10,8% di tutta la popolazione provinciale. L’incidenza della popolazione immigrata sul totale della popolazione residente varia tra le 5 zone socio sanitarie. Il Casentino, come negli anni precedenti, si conferma la vallata con la maggiore concentrazione di cittadini stranieri con il 12,7%, segue la Valdichiana con l’11,4%, la zona Aretina con l’11,2%, ed infine la Valtiberina con il 9,9% e il Valdarno con il 9,3%.