A niente sono valse le proteste del circo politico e degli addetti ai lavori: la Soprintendenza di Arezzo verrà smantellata, e la città non avrà nemmeno il polo museale regionale “di consolazione”, chiesto a gran voce dalla Fraternita dei Laici e dalle associazioni di categoria.
Il Polo Museale regionale andrà a Firenze Lo ha stabilito la Gazzetta Ufficiale il 25 novembre scorso, che ha pubblicato i 41 articoli del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, che regolamenta e riorganizza il Ministero dei beni culturali e del turismo, che taglia e accorpa le Soprintendenze e crea i poli museali regionali. E due giorni dopo, il 27 novembre, il decreto attuativo con gli elenchi e le nuove sedi è passato al vaglio della Corte dei Conti. Ormai la questione è chiusa: nessuna modifica è più possibile. Questa serie di tagli, frutto della manovra di spending review, porta a livello nazionale ad una diminuzione del 20% dei dirigenti e del 10% del personale nel Ministero dei beni culturali. A conti fatti rimarranno in tutto 24 dirigenti in prima fascia e 167 di seconda fascia, in totale 191 dei 203 che erano presenti in Italia.
Una decisione attesa Dopo anni di lassismo, ritmi di lavoro letargici e la necessaria riduzione dei costi si sa, i “rami secchi” vengono fatti cadere, e a quanto pare, la Soprintendenza di Arezzo – insieme a quella di Reggio Calabria – è risultata essere un taglio necessario. «Oggi sappiamo che la Soprintendenza di Arezzo, Siena e Grosseto avrà sede a Siena – ha commentato l’ultimo soprintendente di Arezzo Agostino Bureca. I musei nazionali invece saranno coordinati dal polo museale regionale con sede a Firenze. Per i particolari dovremo aspettare dicembre e gennaio così come ancora non sappiamo chi saranno i nuovi soprintendenti». Dopo aver gridato allo scandalo per l’accorpamento nei mesi scorsi, il soprintendente Bureca ammorbidisce i toni e guarda alla direzione del polo museale di Firenze: «le riforme non vengono per nuocere, anzi, come architetto sarei molto intrigato se avessi la possibilità di dirigere il polo museale». E’ una candidatura? Bureca risponde: «tutto dovrebbe funzionare come un concorso, possono partecipare anche esterni». Per quanto riguarda la tutela del patrimonio artistico Bureca rassicura: «continuerà come prima, voglio essere ottimista e sperare in miglioramenti. In fondo l’unione fa la forza».
Molto rumore per nulla Il Soprintendente spiega: «Arezzo non chiuderà, funzionerà come sede operativa visto che siamo a più di 50 chilometri di distanza da Siena, mancherà solo il dirigente». Gli addetti ai lavori rimarranno fino alla pensione, 40 dipendenti negli uffici e 30 come personale di vigilanza e assistenza nei musei, più le cosiddette “ambulanze dell’arte” per gli interventi sul territorio. Insomma ad andarsene sarà Bureca e i dipendenti si esauriranno fino alla pensione; resta però un centro operativo aretino con tutti quei dipendenti che non possono essere trasferiti. Chi cerca i dirigenti potrà trovare a Siena quello della Soprintendenza e a Firenze quello del Museo Medioevale, Casa Vasari, Palazzo Taglieschi e dell’Archeologico che dipende già da Firenze. Le pratiche amministrative aretine, degli architetti e dei professionisti si svolgeranno in via telematica come è sempre stato. In sintesi, molto rumore per nulla.