«Se necessario arriveremo ai forconi. E' quanto dichiarato dall'avvocato aretino Cesare Mafucci, uno dei fondatori del comitato ''Per Arezzo provincia'' costituitosi ad Arezzo il 31 agosto scorso all'indomani delle dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi circa l'area vasta con capoluogo Siena (leggi) e presentato oggi ufficialmente alla stampa.

Obiettivi del comitato Tra gli obiettivi dichiarati del comitato, che ha come scopo principale quello di salvare la provincia di Arezzo, ci sono la mobilitazione collettiva di piazza e la partecipazione di massa attraverso la creazione di un sito e di una pagina 'Facebook' per coinvolgere soprattutto i giovani e sensibilizzarli sull'argomento. «Perdere la provincia – ha detto il presidente del comitato, l'imprenditore Franco Scortecci – significherebbe un arretramento complessivo della nostra economia il cui export, numeri alla mano, nel 2011 ha trascinato l'intera Toscana. Del resto Arezzo possiede i requisiti per restare indipendente, dal territorio al numero degli abitanti, sopra i 350 mila da rilevamenti Istat».

Riforma organica delle istituzioni Troppo caos sul riordino delle Province (leggi) e così, sette associazioni di categoria della provincia di Siena si sono unite per esprimere la loro profonda preoccupazione per il clima di grande incertezza e hanno elaborato un documento congiunto indirizzato all’Ufficio di Presidenza del Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana. Api, Cia, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti da tempo chiedono che il Paese torni ad essere competitivo, anche intervenendo radicalmente sul fronte della riduzione dei costi della pubblica amministrazione e della politica. «Per farlo – si legge nel documento – è necessario dare vita a una riforma organica delle istituzioni che parta dal livello statale e regionale per arrivare a quello provinciale e comunale. Oggi, a causa di questa “riformicchia” c’è il rischio di emarginazione per la provincia di Siena e con un centralismo dilagante e uno strapotere delle grandi aree urbane. C’è anche la necessità di conoscere e capire quale sarà la proposta della Regione Toscana, rispetto alle competenze che storicamente sono state affidate alle Province».

Il dilemma del capoluogo L’altro aspetto che per le associazioni è prioritario riguarda la collocazione del capoluogo della nuova Provincia a Siena. Questo tema sta generando un acceso dibattito in tutta la Regione con divisioni e prese di posizioni “forti”(leggi). «Senza nulla togliere ad altri territori, per la sua storia, per la sua collocazione geografica e per la presenza di istituzioni di profilo internazionale – prosegue il documento -, secondo le scriventi associazioni Siena ha tutte le caratteristiche per mantenerne il diritto. La perdita del capoluogo per una città come Siena che conta ogni anno oltre 5 milioni di visitatori; la presenza di migliaia di studenti fuori sede e da tutto il mondo; la presenza di un polo ospedaliero che cura migliaia di pazienti da ogni parte di Italia e l’organizzazione di grandi eventi di richiamo internazionale, come il Palio produrrebbe anche notevoli problemi dal punto di vista logistico, organizzativo e della sicurezza, a causa del trasferimento di alcuni presidi importanti come la Prefettura, la Questura e i comandi provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco».

Richieste e auspici Le associazioni firmatarie chiedono infine che siano garantite le stesse opportunità ai cittadini e alle imprese, indipendentemente dalla loro collocazione geografica. Si tratta di un tema molto avvertito in una provincia come quella di Siena, fatta di piccoli Comuni e con un’estensione vasta a livello territoriale. «Nonostante sia una questione non di competenza delle associazioni, sarebbe importante chiedere a Governo e Parlamento il ripristino dell’elezione diretta degli organi delle nuove Province al fine di garantire massima partecipazione e trasparenza. A tutti i soggetti istituzionali, è richiesto nondimeno di adottare scelte efficaci per la riduzione dei costi della pubblica amministrazione, e della politica in genere.
L’auspicio di Api, Cia, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti è che dalla Toscana venga una forte richiesta di correzione radicale della normativa al fine di offrire ai cittadini e alle imprese una riforma organica e utile al Paese e ai nostri territori».