Dopo mesi di avvertimenti del Soprintendente Agostino Burreca, stamani la notizia: la Soprintendenza di Arezzo chiude i battenti. Il territorio provinciale aretino, per tutto ciò che riguarda la tutela dei beni culturali, passerà sotto il controllo della Soprintendenza di Siena. Dopo oltre quaranta anni di autonomia gestionale del proprio patrimonio artistico, uno dei più consistenti in Italia, Arezzo viene mutilata e perde la propria Soprintendenza. Nel quadro di razionalizzazione e riorganizzazione voluto dal Ministero dei beni culturali e paesaggistici, Arezzo non solo perderà la gestione del proprio patrimonio, ma non sarà neppure sede di un centro direzionale di un certo peso a livello regionale, tantomeno a livello nazionale, come ad esempio un Polo museale rilevante. Siena sarà il nuovo baricentro per quanto riguarda l’amministrazione del patrimonio architettonico, paesaggistico, storico, artistico ed etnoantropologico di tutta la vasta provincia di Arezzo.
L’appello inascoltato «È da mesi che lo faccio presente, ne ho parlato con il sindaco, con i parlamentari, con i politici. Ho scritto una lettera al Ministero perché almeno Arezzo diventi la sede del Polo museale regionale, altrimenti perdiamo anche la gestione di Piero della Francesca. Siamo stati tagliati solo noi e una sede in Calabria. Quello che non capisco è come possa essersi salvata Lucca, la cui Soprintendenza è nata solo nel 2005 e non ha ancora la sede. Forse i politici lucchesi hanno lavorato meglio dei nostri. Ho tentato di salvare il salvabile, ma non hanno voluto ascoltarmi».
La mobilitazione della Fraternita dei Laici La Fraternita chiama a raccolta le autorità: «Ho appena avuto la conferma della chiusura, nell’ambito della riorganizzazione voluta dal Ministero – ha dichiarato Liletta Fornasari, storica dell’arte e Rettore della Fraternita dei Laici, la più antica istituzione storico-culturale aretina. Della situazione ero stata informata anche dal Soprintendente: occorre muoversi immediatamente, per cercare di ottenere qualcosa di rilevante per Arezzo. Si rischiano di disperdere competenze e conoscenza del territorio, mandando in fumo un grande lavoro durato decenni. Ci troveremo lunedì 24 novembre alle 10 nella sede della Fraternita dei Laici in piazza Grande ad Arezzo per discutere. Ho invitato i parlamentari, i politici e gli amministratori che hanno a cuore il nostro territorio, Comune, Provincia e Camera di Commercio. Le istituzioni non possono stare a guardare e comunque io non lo farò, a costo di raccogliere firme. Dobbiamo trovare con rapidità una soluzione». I tempi ministeriali infatti sembrano brevi: quelli necessari per la registrazione alla Corte dei conti, poi quelli naturali affinché la sede aretina “smaltisca” il personale fino alla pensione.
Siena si prende Arezzo Il quadro gestionale amministrativo che si va disegnando ad Arezzo – vista anche la chiusura della sua Soprintendenza – assume delle sembianze sempre più preoccupanti. Da tempo Arezzo non fa che ‘perdere pezzi’ importanti della propria autonomia di gestione, in funzione della vicina Siena. E’ il caso delle municipalizzate, del ridimensionamento della Provincia, dell’autonomia della Usl8 minata dal piano di razionalizzazione voluto dal governatore Rossi, e ancora dei corsi di laurea in professioni sanitarie di Arezzo salvati per un soffio dopo mesi di mobilitazioni. Sembra proprio che l’ombelico del mondo aretino si sia trasferito a Siena: la città che di decentrate è piena. E se Siena è d’accordo, Arezzo non lo è affatto.