La popolazione immigrata in leggera crescita e sempre più soggetto attivo e parte integrante della società aretina. Presentato questa mattina dall’Osservatorio Politiche Sociali il rapporto 2009 sull’Immigrazione in provincia di Arezzo. “Un fenomeno che si è stabilizzato, e segna un trend di crescita inferiore rispetto all’andamento degli ultimi anni”, ha detto la vice presidente della Provincia, Mirella Ricci.


I dati – Gli stranieri residenti nella provincia d’Arezzo al primo gennaio di quest’anno sono 35.516 contro i 33.070 dell’anno precedente e i 29.276 nel 2007, e rappresentano il 10,2% di tutta la popolazione provinciale, con la maggiore concentrazione nel Casentino (12,3 %), a seguire la Valdichiana (11,0%), la zona aretina (10,5%), ed infine la Valtiberina (9,4%) e il Valdarno (8,7%). Il comune di Arezzo conta il maggior numero di cittadini stranieri, 11.130 presenze, mentre il comune di Bibbiena registra la percentuale d’incidenza maggiore sul totale dei residenti col 15,8%.


Paesi d’origine – La comunità col maggior numero di migranti è quella romena con 12.621 cittadini residenti (il 35,5% del totale), seguita da quella albanese (16,1%). L’età media è compresa tra i 30 e 40 anni, una popolazione in età lavorativa con la componente femminile di poco prevalente (51,8%). “Nel Casentino circa 23 ogni cento nati residenti sono stranieri – ha detto Marco La Mastra dell’Osservatorio Sociale della Provincia – e se il saldo è positivo, lo dobbiamo alla popolazione straniera poiché le nascite italiane sono in calo. Possiamo dire che rappresentano una risorsa positiva”.


Il mercato del lavoro – Al primo gennaio 2010 in provincia di Arezzo si contano oltre 18mila occupati stranieri (18,1% del totale dei lavoratori), nel 30% dei casi nell’industria, nel 17,7% nelle costruzioni, nel 14,4% in agricoltura, nell’8,5% nella ristorazione. C’è una scarsa concorrenzialità degli immigrati nei confronti degli autoctoni e parallelamente un buon livello di accesso dei medesimi nei settori produttivi meno qualificati. Le donne sono meno inserite degli uomini ad eccezione del settore dei lavori domestici. Sono 2.088 le ditte individuali a titolarità straniera nel 2009, mentre l’anno precedente erano 2.015 (+ 3,6%). Una su 10 è tenuta da un imprenditore straniero. Sei sono i settori produttivi numericamente più rilevanti per le imprese straniere: le Costruzioni (54,5%), il Commercio (19,6%), le Attività manifatturiere (12,4%), l’Agricoltura (3,4%), i Trasporti e i Servizi di ristorazione, entrambi intorno al 2%. Oltre un quarto di tutte le Ditte individuali nel settore delle costruzioni ha un titolare straniero (il 27%); ogni 8 ditte che operano nel commercio o nel settore manifatturiero, una è immigrata (8,2%). Nel settore delle comunicazioni, tale rapporto scende a 1 a 6 (15,1%).


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