La capacità di presidio dei mercati esteri particolarmente espansivi è una specificità tutta aretina e i dati lo dimostrano. L’export, infatti, ha registrato un + 15,4% di crescita (escluso i metalli preziosi e la gioielleria), un dato che fa della provincia la prima in Italia per incidenza di export in rapporto alla popolazione.
A renderlo noto l’ufficio periferico ISTAT della Camera di Commercio di Arezzo che elaborato e diffuso l’indagine sulla struttura e sull’andamento congiunturale dell’economia del territorio. Arezzo – secondo quanto emerge dal report – è una delle province italiane con il maggior grado di apertura ai mercati esteri: oltre a presentare un export ai vertici nazionali in termini assoluti (16° posto nel 2016), se rapportato al numero delle imprese spinge la provincia ancora più in alto nella graduatoria nazionale (4° posto).
«A livello provinciale – sottolinea il segretario generale della Camera di Commercio Giuseppe Salvini – ci sono alcuni segnali positivi che fanno ben sperare per il 2018 e che, al tempo stesso confermano come quello aretino sia un sistema economico caratterizzato dalla profonda selettività nella quale operano le imprese. Si tratta di una selezione che avviene in base all’approccio della singola azienda al mercato: le aziende che ottengono i risultati migliori sono quelle che sono state in grado di modificare la propria organizzazione ed il proprio posizionamento in funzione delle tendenze del mercato; che soprattutto sono riuscite ad essere presenti stabilmente nei mercati esteri e che hanno mostrato maggior propensione a investire ed innovare».
I flussi verso l’estero si sono attestati nel 2016 a circa 6,7 miliardi di euro, con un saldo commerciale verso l’estero positivo per oltre 2,7 miliardi di euro e nei primo 9 mesi del 2017 4 miliardi e 795 milioni di euro. Rispetto allo stesso periodo del 2016, l’export nei primi 9 mesi del 2017 ha avuto una crescita del +15,3% al netto di oreficeria e metalli preziosi. Sono in flessione i metalli preziosi che subiscono una riduzione del -21, 9% mentre la gioielleria e oreficeria nei primi nove mesi del 2017 mette a segno una crescita del 7%, che non è assolutamente ascrivibile alla dinamica del prezzo dell’oro. Il principale mercato di riferimento dell’export orafo aretino, gli Emirati Arabi Uniti, presenta criticità persistenti (-1,8%), che comunque vanno gradualmente riducendosi. Per fortuna gli altri principali mercati sono invece in decisa ripresa: in particolare Hong Kong (+26,4%) e Turchia (+28,7%), un po’ meno gli Stati Uniti (+2,5%).
La moda nel 2017 torna a risultati nettamente positivi che denotano un rientro alla normalità rispetto alle forti flessioni subite nel 2016 anche per fattori di tipo logistico-amministrativo: nei primi nove mesi, infatti le esportazioni sono cresciute del 31,5%, attestandosi a più di 720 milioni di euro. Tutte le specializzazioni presentano un aumento dei flussi verso l’estero, ma sono la pelletteria e le calzature quelle che presentano i risultati migliori: +38,2% la prima e +48,9% le seconde. L’abbigliamento ha un passo un po’ più moderato (+22,8%). Infine i prodotti tessili crescono del 5,5% sul corrispondente periodo del 2016. Esaminando il dettaglio dei principali mercati di sbocco, si può notare che l’abbigliamento cresce in quasi tutte le principali destinazioni, con Hong Kong, Regno Unito e Giappone sugli scudi, con la sola eccezione degli Stati Uniti (-5,9%).
Lo studio, tuttavia, si sofferma anche sugli indicatori occupazionali ed emerge come, dopo anni di crescita piuttosto sostenuta, per la prima volta il tasso di disoccupazione ad Arezzo e provincia ha fatto segnare un arretramento dal 10,3% del 2015 al 9,2% del 2016. In attesa del dato 2017 evoluzione positiva del tasso di disoccupazione giovanile (under 30) che rispetto al 2015 scende di quasi cinque punti percentuali fino al 20,9%. Le stime definitive fornite dal sistema Excelsior che studia le scelte occupazionali delle imprese indicano che nel 2017 sono state previste dalle imprese dei settori industria e servizi un totale di 21.970 assunzioni: 9.620 nell’industria (7.640 nel manifatturiero e public utilities, 2.080 nelle costruzioni), 21.350 nei servizi (2530 nel commercio, 3060 nei servizi di ristoro e turistici, 4.040 nei servizi alle imprese, 2.710 nei servizi alle persone). Il 56% delle imprese aretine avrebbe attivato almeno una assunzione nel 2017. Con l’esaurirsi delle agevolazioni relative alla decontribuzione previste dal Jobs Act, diminuisce, tuttavia, il peso dei contratti a tempo indeterminato e riprendono quota le forme contrattuali più flessibili come i contratti a tempo determinato, i contratti di somministrazione ed in particolare il lavoro intermittente. I contratti a tempo indeterminato rappresentano circa il 20% del totale. Un numero ancora limitato tale da ridimensionare severamente il dato assoluto degli occupati.
Turismo Segnali di ripresa anche dal turismo. L’offerta ricettiva ha raggiunto un livello di tutto rispetto sia in termini numerici che qualitativi: nel territorio operano oltre 1.300 esercizi, con quasi 12.500 camere ed un totale di 27.200 posti letto. Circa la metà delle strutture è costituita da agriturismi (604). Dopo la robusta crescita del 2015, nel corso del 2016 (ultimo dato disponibile) i flussi turistici hanno avuto un andamento moderatamente positivo: sono stati circa 451 mila i turisti che hanno scelto di soggiornare in provincia di Arezzo, lo 0,3% in più rispetto al 2015, confermando al 3,5% la quota aretina sul totale regionale. Il numero totale dei pernottamenti si è attestato a poco più di 1,3 milioni con una crescita che in questo caso si è spinta al’1,1% rispetto al 2015, grazie ad un miglioramento della durata media del soggiorno. La maggior parte dei turisti sceglie le strutture alberghiere (67%) ma vi rimane per un periodo breve (48% dei pernottamenti). Al contrario, nelle strutture extra-alberghiere è più elevata la durata media del soggiorno per cui pur ospitando il 33% dei turisti in arrivo generano il 52% dei pernottamenti. Il 57% dei turisti sono italiani ed il restante 43% di provenienza straniera. Principali Paesi esteri di provenienza sono: Germania, India, Cina, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito. Sono aumentati i turisti italiani che però si sono fermati meno dello scorso anno (è aumentato il cosiddetto turismo “mordi e fuggi”), mentre gli stranieri, pur diminuendo in numero hanno deciso di soggiornare nelle nostre strutture più a lungo.
Demografia imprenditoriale La provincia di Arezzo, con una popolazione di oltre 344.000 abitanti si caratterizza per una forte propensione all’attività imprenditoriale. La consistenza delle localizzazioni di impresa (considerando le sedi principali e secondarie) in provincia di Arezzo al terzo trimestre 2017 è di 45.447 unità circa il 9% del dato regionale e lo 0,6% di quello nazionale, con una densità media di più di 1 impresa ogni 10 abitanti. A livello di forme giuridiche, la categoria più numerosa è quella delle imprese individuali (53,6% del totale), seguita dalle società di capitale (26,1%), dalle società di persone (18,1%) e dalle altre forme (2,3%). Il vero motore dell’imprenditoria aretina è però costituito dalle società di capitale che, ormai da diversi anni, continuano a crescere in maniera evidente: dal 2008 ad oggi il loro numero è infatti aumentato del 27%. Al contrario sono in flessione nello stesso periodo temporale sia le imprese individuali (-7,3%) che le società di persone (-13,3%). Crescono infine anche le imprese delle “altre forme”: +13,1% negli ultimi dieci anni. I macro settori di attività economica che presentano il maggior numero di imprese al terzo trimestre 2017 sono rispettivamente il commercio (22,4% del totale imprese), i servizi con esclusione di quelli di alloggio e ristorazione (21,9%), l’agricoltura (16%), le costruzioni (14,5%), il manifatturiero (14,4%), le attività ricettive e di ristorazione (6,9%). Nel manifatturiero, i settori con più imprese risultano l’oreficeria (3,7%) e la moda (2,9%). Nei servizi sono le attività immobiliari (5,3%) e le altre attività di servizi (4,2%) a guidare la classifica, seguite ad una certa distanza da attività professionali e tecniche (2,7%), attività di supporto alle imprese (2,2%) e dalle attività finanziarie ed assicurative (2%). Se però dalle imprese si passa agli addetti, che complessivamente si attestano a 116.690 unità, si vede che il peso delle attività manifatturiere aumenta vistosamente: ad esse infatti è riconducibile circa il 35% degli addetti totali, 13 punti percentuali in più dei servizi (22,1%) (sempre esclusi quelli di alloggio e ristorazione) e più del doppio degli addetti del commercio (16,7%). Il comparto artigiano aretino è costituito complessivamente da 10.151 imprese in cui operano più di 28.500 addetti. I settori più importanti sia per numero di imprese che in termini di addetti sono il manifatturiero e le costruzioni, seguiti a larga distanza dalle altre attività dei servizi (acconciature e centri di estetica), commercio e trasporti. Le imprese giovanili presenti in provincia di Arezzo sono 3.233 per un totale di 6.026 addetti. Le imprese sono concentrate in particolare nel commercio, nelle costruzioni, nel manifatturiero, nell’agricoltura e nei servizi di alloggio e ristorazione. Le imprese femminili sono complessivamente 8.951 ed in esse operano oltre 21,5 mila addetti. I settori con maggior presenza di imprese in rosa sono il commercio, l’agricoltura, il manifatturiero, le altre attività di servizi e i servizi di alloggio e ristorazione. Le imprese straniere, infine, sono 3.980 con un totale di 7.458 addetti. I settori col maggior numero di presenze straniere sono in primo luogo le costruzioni, in cui operano circa un terzo delle aziende straniere, seguite dal commercio e dalle attività manifatturiere.