In Toscana va rilevata una impennata in aumento dei reati di concussione (+ 266,67%) ed un aumento, anche se meno importante, specie per i valori assoluti, dei reati di corruzione (+33,33%). E’ quanto emerso nella relazione di Fabio Massimo Drago, presidente della Corte di Appello di Firenze, presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, che sottolinea che il dato in esame si riferisce a procedimenti di appello, quindi, «a tempi di consumazione precedenti al periodo in considerazione, dal luglio 2013 al 1 luglio 2014». Ancora un segno più, «di non scarso rilievo», per quanto riguarda i «reati di omicidio colposo per infortunio sul lavoro e quelli conseguenti alla violazione di norme sulla circolazione stradale (+46,06%) – si legge ancora nella relazione – nonche’ dei reati di stalking (+51,22%) ed in materia tributaria (+28,07%). Trattasi di fattispecie criminose – spiega Drago – che, sotto profili diversi, assumono, com’è noto, una connotazione di particolare gravità, tanto da avere indotto il Governo ad assumere, per la maggioranza di essi, iniziative sul piano legislativo e la creazione di organismi di controllo e prevenzione affiancati alle strutture istituzionali già esistenti (come, ad esempio, la creazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione)».
Crescono le infiltrazioni mafiose «In Toscana si sono sviluppati i meccanismi tipici di infiltrazione delle mafie nei circuiti dell’economia legale: l’acquisto di esercizi commerciali e di beni immobili; l’attività di impresa esercitata in forma diretta o indiretta, cioè attraverso la partecipazione in imprese sane» – ha aggiunto il Procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo. I settori sensibili sono i pubblici esercizi, il mercato immobiliare, l’edilizia e il trattamento dei rifiuti. In particolare «con riferimento alla ‘ndrangheta, l’esperienza investigativa ha registrato la presenza sul mercato toscano di vere e proprie imprese mafiose». Presenti anche “molteplici” organizzazioni criminali «composte da stranieri che operano sul territorio con modalita’ tipiche delle organizzazioni mafiose» con la criminalita’ organizzata cinese che «costituisce, in talune zone del territorio, imponente, peculiare fenomeno il cui contrasto si presenta oltremodo difficile».
Il caso di Siena «Sul piano delle considerazioni socio-criminali, il tessuto economico sociale della provincia senese, sicuramente dotata di risorse economiche e di una complessiva agiatezza, ha subito la ricaduta, sotto ogni livello (lavorativo, culturale, ricreativo), della gravissima situazione finanziaria della Banca Monte dei Paschi di Siena» ha rilevato il presidente del Tribunale di Siena Mauro Bilancetti, nella relazione alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario in Toscana. «La situazione di disagio proveniente dalla generale crisi economica – ha aggiunto – ha maggiormente acuito e stigmatizzato la crisi del colosso bancario determinando la paralisi dell’indotto sociale e economico»