Antonella Mansi allo scadere del suo mandato lascerà la guida della Fondazione Mps. Lo ha annunciato lei stessa con un’intervista a Il Sole 24 Ore in cui ha detto «ho portato a termine il compito che mi era stato assegnato». Il suo mandato scade il 9 giugno con l’approvazione del bilancio 2013. «Non ho interpretato il ruolo di presidente della Fondazione come una forma di carriera. Il mio – ha detto Mansi– è stato un servizio al territorio e la durata di soli otto mesi era stabilita dallo statuto. L’esperienza era a termine e dunque è normale che pensi a recuperare pienamente la dimensione imprenditoriale».
Nessun ripensamento Che la presidente sia convinta della sua scelta lo confermano ancora le sue parole con le quali esclude eventuali pressioni o condizionamenti esterni. «Credo di aver dimostrato di essere impermeabile a questo genere di condizionamenti. Mi muovo sulla base di valutazioni del tutto personali. E’ una scelta dettata dal mio dna”. La Fondazione che lascia, rileva, «è una Fondazione solida e con buone prospettive di crescita. Una Fondazione che ha dimostrato di avere capacità di polo aggregante nei confronti degli investitori stranieri e che in prospettiva continuerà a giocare un ruolo importante nell’azionariato di Banca Mps».
I nodi irrisolti Di sicuro non tutti i problemi sono stati risolti come ha ricordato la stessa Mansi «non sono stati risolti tutti i problemi e all’interno c’e’ del lavoro da fare, a cominciare dal riassetto dell’immobiliare Sansedoni (controllata al 67% dalla Fondazione Mps) e dall’equilibrio gestionale e finanziario di Siena Biotech e Accademia Chigiana. Ma sono temi di medio-lungo periodo. Gli obiettivi a breve del documento programmatico di ottobre sono stati raggiunti».
Gli obiettivi raggiunti In particolare, rileva, «la messa in sicurezza della Fondazione e la salvaguardia del suo patrimonio. Oggi l’Ente è senza debiti e con un patrimonio liquido di 450 milioni, oltre alla partecipazione del 2,5% in Banca Mps, legata da un patto parasociale al 2% di Btg Pactual e al 4,5% di Fintech. Al netto dell’aumento di capitale che la Fondazione sottoscriverà per 125 milioni, come di competenza». Inoltre, sottolinea, «abbiamo anche diversificato gli investimenti e dunque il rischio: oggi le azioni Mps rappresentano il 23,5% del patrimonio, rispetto all’80,6% di otto mesi fa».