Pomodoro da industria alle prese con una crisi molto grave in Toscana. L’allarme arriva dalla Cia Toscana, che ha sollecitato l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, ad un incontro urgente per affrontare la problematica e per concertare misure straordinarie in proposito. “La campagna di questo anno – afferma Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – si è “aperta” con le piogge di aprile e maggio che hanno ridotto di oltre il 30 per cento il potenziale produttivo nella nostra regione provocando ritardi sia per la messa a coltura che difficoltà per la coltivazione. Oltre a queste si aggiungono le difficoltà a seguito degli effetti della crisi economica e finanziaria che interessa tutti i settori produttivi, il crollo del reddito degli agricoltori (oltre il 25% nell’ultima annata agraria), la riduzione del prezzo del prodotto anche a seguito dell’importazione incontrollata, in particolare dalla Cina”.


Difficoltà – Inoltre, sottolinea la Cia regionale, in questi ultimi giorni si aggiungono ulteriori difficoltà. “Infatti, nonostante il drastico calo produttivo molti agricoltori della Toscana – aggiunge Pascucci – non riescono a consegnare il prodotto per il mancato rispetto, da parte di alcuni trasformatori, degli accordi a suo tempo stipulati dalle associazioni di produttori con l’industria di trasformazione. Il disimpegno dei trasformatori sugli accordi sottoscritti si manifesta con la richiesta di rinegoziare il prezzo di ritiro del prodotto, con l’applicazione di parametri qualitativi penalizzanti per l’impresa agricola, con il rallentamento e/o il non ritiro del prodotto dai campi”. Tutto questo – dice la Cia Toscana – rischia di pregiudicare, anche per il futuro, la coltivazione del pomodoro da industria nella regione, provocando ripercussioni fortemente negative sia sul settore agricolo che per l’intera economia toscana.


Firenze

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