«Un caloroso benvenuto all'onorevole ministro»: la scritta, in cinese e italiano, ha accolto ieri, Andrea Riccardi, nel centro culturale della chinatown pratese, mentre a Roma infuriava la polemica politica dopo la lettera in cui 46 senatori Pdl chiedevano le sue dimissioni per quelle frasi del ministro contro il Pdl intercettate dai cronisti. «Quando sarò a Roma leggerò questa lettera con molta attenzione perché quello che viene dal Senato, nello spirito di questo governo, è molto importante».

Integrazione e multiculturalità Dopo essere sfuggito alle domande sei cronisti sullo scontro con il Popolo della Libertà, Riccardi si è soffermato invece sul tema dell’integrazione. Accompagnato dal sindaco di Prato, Roberto Cenni, ha visitato Via Pistoiese, dove sorgono decine di negozi gestiti da cinesi. La chinatown pratese è una della più grandi d'Italia. Nella città toscana tra regolari e no si contano ben oltre trentamila cinesi su 188 mila abitanti. «Prato – ha spiegato il ministro – è un laboratorio di convivenza con le minoranze immigrate. Ci sono criticità di integrazione e problemi di legalità ma qui ci sono anche grandi potenzialità». In questo momento di crisi economica, ha detto ai rappresentanti della comunità cinese, «dobbiamo sviluppare la collaborazione e il rispetto della legge». La lunga giornata toscana del ministro Riccardi era cominciata di prima mattina a Firenze all'Istituto degli innocenti per parlare di integrazione nelle scuole, per poi proseguire a Prato, nella sede della Provincia, dove ha incontrato giovani delle seconde generazioni di immigrati, i sindaci della provincia e, quindi, nella sede del Comune, dove ha assegnato la cittadinanza italiana a tre ragazze straniere. Da Prato trasferimento poi a San Donnino (comune di Campi Bisenzio) al centro 'Spazio Reale' che opera sul piano culturale per favorire l'integrazione in un'area, anch'essa ad alta densità di immigrati. Ad accoglierlo, gli amministratori locali, ma anche il cardinale di Firenze Giuseppe Betori e l'Imam Ezedin Ezir. «L'emergenza immigrazione esiste – chiosa il ministro -ma non puè essere trattata solo quella. Fondamentale è la strada dell'integrazione, dobbiamo valorizzare i processi di integrazione esistenti».

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