soldiAttesi già per la fine di gennaio. Poi rimandati di qualche giorno, ma annunciati come imminenti. Prima via ‘norme secondarie’ (decreto ministeriale e della presidenza del consiglio, come indicato in legge di Stabilità), poi via decreto legge per accelerarne i tempi e evitare di inciampare subito in ricorsi. Alla fine i criteri per distribuire i 100 milioni di ‘intervento umanitario’ di indennizzo per i risparmiatori delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti non arriveranno nemmeno oggi, con il ‘maxi-decreto’ banche che il governo si appresta a varare. E si allungano di nuovo, quindi, i tempi d’avvio dell’intera procedura che già era passata di stretta misura dall’esame di Bruxelles. Un po’ a sorpresa l’esecutivo, che fino a martedì sembrava intenzionato a dare il via agli indennizzi per decreto legge – quindi immediatamente operativo – ha deciso di tornare sui suoi passi, e di procedere – comunque non oggi – con atti amministrativi. Una strada “più flessibile”, viene spiegato, che per essere eventualmente corretta non avrebbe bisogno di tornare in Parlamento, anche se si presta più facilmente a essere bloccata in partenza, visto che per contestare un atto amministrativo basta un ricorso al Tar, da cui e’ possibile ottenere un’immediata sospensiva. Motivo questo alla base dell’ipotesi decreto legge.

Letizia Giorgianni

Giorgianni (Vittime del Salva-banche): «Passo indietro che non porta a nulla di buono» La scelta di un nuovo rinvio lascia disorientati per primi gli obbligazionisti, che attendono di conoscere quanta parte dei loro risparmi azzerati con il salvataggio delle 4 banche potranno sperare di rivedere. «Anche se noi abbiamo sempre rifiutato la strada dell’arbitrato, che sostituisce il diritto con una elemosina, questo passo indietro ci sembra non possa comunque portare nulla di buono» ha detto Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione ‘Vittime del Salva-banche’. L’associazione continuerà la sua battaglia per avere rimborsi integrali e per tutti, e nella campagna per la “fuga dalle 4 banche”. E sostiene, così come molte associazioni dei consumatori, la proposta avanzata dai sindacati, di introdurre norme che consentano di destinare ai risparmiatori eventuali plusvalenze, via azioni di nuove emissioni, dalla vendita dei 4 istituti e dallo smaltimento delle sofferenze convogliate nella ‘bad bank’. I criteri per avviare gli arbitrati, peraltro, sono attesi anche dagli amministratori delle ‘good bank’, che nel frattempo, come ha ricordato di recente l’ad di Nuova Banca Etruria Roberto Bertola, stanno intanto continuando a preparare la documentazione che potrà servire ai risparmiatori davanti all’arbitro.

Tra dieci giorni le offerte per l’acquisto delle 4 banche salvate Sul fronte dei 4 istituti, intanto, va avanti la procedura di cessione, e dopo l’avvio lo scorso weekend della ‘seconda fase’, con l’invio delle prime documentazioni ai soggetti che hanno avanzato le manifestazioni di interesse, si attendono ora, probabilmente entro una decina di giorni, le offerte non vincolanti. Adusbef e Federconsumatori, «dopo aver appreso che le norme sugli indennizzi agli obbligazionisti espropriati da Bankitalia e dallo Stato con il decreto ‘salvabanche’ del 22 novembre 2015, sarebbero state stralciate dal maxi decreto sulla riforma delle Bcc e la misura per le garanzie dello Stato sui crediti in sofferenza, auspicano che i truffati vengano risarciti integralmente,senza passare tramite gli arbitrati Anac». «L’esproprio anticipato del risparmio ad azionisti ed obbligazionisti CariChieti, CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria, – affermano Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) – ha innescato un terremoto sulle banche, che oltre ai crolli dei listini azionari, registrano, con la caduta verticale di fiducia, la fuga dei depositi, che le veline Abi-Bankitalia non riescono più ad occultare».