Mps ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 1,539 miliardi di euro, in peggioramento sia rispetto agli 1,09 miliardi della semestrale 2020 che rispetto all’utile di 187 milioni registrato nello stesso periodo del 2019. L’istituto, si legge in una nota, ha registrato nel terzo trimestre una perdita di 451 milioni, impattato da oneri non operativi per 569 milioni, principalmente relativi ad accantonamenti per rischi legali e ai costi di ristrutturazione per le uscite di personale. Nei primi nove mesi dell’anno Mps ha registrato 621 milioni di euro di rettifiche su crediti, in peggioramento di 230 milioni rispetto a quanto registrato nel corrispondente periodo dell’anno precedente, anche a causa di 300 milioni di rettifiche legate agli effetti della pandemia di Covid 19. Inoltre, emerge dalla nota sui risultati, gli accantonamenti al fondo rischi e oneri sono ammontati a 768 milioni, principalmente al servizio dei rischi legali, in particolare su pregresse operazioni di aumento di capitale e rischi connessi ad accordi contrattuali.
Requisiti patrimoniali in calo I requisiti patrimoniali di Mps sono in calo, alla luce delle perdite registrate sei nove mesi dell’anno, ma si mantengono al di sopra dei minimi fissati dalla Bce. E’ quanto emerge dalla nota sui risultati della banca, che sta sudiando misure di rafforzamento patrimoniale. Il Cet1 ratio al 30 settembre si è attestato a 12,9%, in calo dal 14,7% di fine 2019, ma al di sopra dell’8,8% richiesto dalla Bce mentre il total capital ratio è risultato pari a 16,2% rispetto al 16,7% di fine 2019 e al 13,6% richiesto dalla Vigilanza.
Al lavoro per il rafforzamento Mps «con il pieno supporto dell’azionista di controllo, sta lavorando alla revisione del capital plan per le iniziative di rafforzamento patrimoniale in corso di valutazione, alla luce degli accantonamenti per rischi legali contabilizzati nel trimestre, degli impatti del deal con Amco e delle future implicazioni del contesto regolamentare e macroeconomico».