«Basta col mettere la testa sotto la sabbia: il problema del gioco d’azzardo e delle ludopatie va risolto al più presto, non c’è più tempo da perdere. Per questo chiediamo al governo di sederci a un tavolo, partecipato dai Comuni e dalle associazioni del settore, per affrontare in modo definitivo la questione».  Lo afferma il presidente facente funzioni dell’Anci, Alessandro Cattaneo, che oggi ha presieduto una conferenza stampa con Don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza e tra i principali promotori della campagna “Mettiamoci in gioco”. Un problema, quello del gioco d’azzardo, che preoccupa non poco i sindaci dei Comuni italiani. Solo qualche giorno fa, ad esempio, la Giunta di Arezzo ha annunciato di star studiando una campagna sociale per contrastare il fenomeno e un nuovo regolamento per limitare l’apertura delle sale giochi sul territorio (leggi)
 
E’ tempo di “risveglio istituzionale”«Non siamo proibizionisti rispetto al gioco d’azzardo – spiega don Armando – ma la salute dei cittadini deve rimanere la priorità. Per questo facciamo appello a un generale risveglio istituzionale che affronti il problema a partire dalle pubblicità, dedicata in modo specifico alle fasce più deboli della popolazione, le prime ad essere investite dal fenomeno della ludopatia. Chiediamo una regolamentazione che dia maggiore potere ai sindaci e una soluzione del conflitto di interessi che vede i Monopoli di Stato, al contempo, beneficiari degli introiti derivanti dal gioco e responsabili delle misure di monitoraggio e prevenzione contro le ludopatie: è come se si affidasse a uno spacciatore il compito di fare prevenzione contro le tossicodipendenze».
 
I danni del gioco d’azzardo A fronte di dati che Cattaneo reputa “più che allarmanti”, con 56,9 miliardi giocati solo nel 2012 (più 17,7% sul 2011), l’Anci parla di «ricadute sociali che non vengono ancora riconosciute ma che hanno effetti disgreganti sulle comunità e sulle famiglie in termini di debiti di gioco, impoverimento delle persone e vulnerabilità delle fasce sociali deboli».
 
Le proposte Da qui le proposte dell’Associazione, nel senso di «un rafforzamento delle funzioni e delle competenze dei Comuni e di un potenziamento dei poteri sanzionatori degli stessi, attribuendo loro i proventi delle sanzioni amministrative». L’Anci chiede tra l’altro, con la campagna “Mettiamoci in gioco”, di «limitare, controllare e regolamentare la pubblicità sul gioco d’azzardo legale, evidenziando i rischi legati all’attività di gioco e diffondendola fuori dalla fasce orarie protette, inserire il gioco patologico tra le condizioni di dipendenza e consentire ai giocatori patologici il diritto alla cura e al mantenimento del posto di lavoro, avviare studi e ricerche di carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematico e patologico in Italia e le sue ricadute sociali».