Anche in una rubrica come questa – che si occupa di turismo, magari con toni leggeri – non posso che parlare del terribile terremoto che ha colpito Amatrice, Accumuli ed Arquata del Tronto. Non solo per esprimere cordoglio per le vittime, solidarietà ai sopravvissuti ed augurarsi che se esistono responsabilità, queste siano accertate e punite secondo legge. Ma anche per cercare di dare un contenuto concreto alla frase che, fin dalle prime ore successive al terremoto, è stata adottata dalle istituzioni nazionali, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal presidente del consiglio Matteo Renzi: «Non lasceremo nessuno da solo».
Dopo aver fatto un sms per versare due euro per la ricostruzione, inviato vestiti, cibo e medicinali alla popolazione o donato i sangue a favore dei feriti – una dimostrazione di solidarietà in cui questa nostra Italia è sempre pronta ed ammirevole – sarebbe bello dare un contributo da turisti anche fra qualche mese e qualche anno: quando le attività avranno ripreso a fatica la strada verso la normalità, e portare anche solo 100 euro per una camera in albergo o in un bed&breakfast, consumare un pasto al ristorante, comprare un’opera da un artigiano o un prodotto tipico da un produttore e dare una piccola spinta all’economia locale. Non lasciando soli coloro che avranno avuto la forza di tornare a fare ospitalità ed accoglienza.
Quando si sente parlare di turismo sostenibile come contributo e volano di sviluppo per le popolazioni locali – un tema su cui quasi ogni giorno insiste l’Organizzazione mondiale del Turismo delle Nazioni Unite – la nostra mente accende immediatamente immagini provenienti dall’Asia, dall’Africa o dall’America Latina. Ed invece ci sono occasioni come questa, in cui anche a casa nostra, a pochi chilometri da località che sono prese di assalto da un turismo di poche ore che ha assunto dimensioni che impongono interventi seri (ne parlavo proprio la settimana scorsa), un turismo di piccoli numeri può essere uno dei tasselli fondamentali per la ripresa economica di un territorio e di una comunità.
Senza bisogno di grandi progetti di promozione turistica e non solo per solidarietà (che pure è valore positivo), ma per il piacere di essere utile all’economia di un territorio che di attrattivo non ha magari molto, se non l’autenticità dovuta alla sua marginalità geografica e di infrastrutture.
Non adesso, ovviamente. Ma quando sarà il momento giusto, sarebbe bello andare a scoprire Amatrice e questo territorio di confine.