FIRENZE – Amanda Knox è stata condannata a tre anni dalla corte d’Appello di Firenze per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
L’americana ha già scontato gli anni di carcere, avendone trascorso quattro a Perugia dopo la condanna in primo grado per l’omicidio di Meredith Kercher.
Knox non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti, ma lo ha fatto nel corso dell’udienza. “Il 5 novembre 2007 è stato il giorno peggiore della mia vita – ha detto la giovane. Sono stata interrogata per ore nella notte in una lingua che conoscevo a malapena, ero a milioni di chilometri di distanza dalla mia famiglia, mi hanno detto che sarei andata in carcere per 30 anni se non avessi ricordato tutto e mi hanno dato anche scappellotti in testa per farmi ricordare quello che non ricordavo”.
E ancora: “Ero esausta e confusa sono stata costretta a sottomettermi. Non sapevo chi poteva avere ucciso Meredith, mi facevano sempre la stessa domanda, non avevo modo di sapere chi fosse l’assassino. Sono stati violati i miei diritti. Hanno arrestato una persona innocente per dichiarare davanti le telecamere che il caso era chiuso. Mi dispiace molto di non essere stata abbastanza forte per resistere alle pressioni della polizia. Patrick è l’amico che mi ha accolto nel suo locale quando sono arrivata in Italia e che mi ha consolato per la perdita della mia amica. Ho scritto quel documento di cui si parla in questo processo per difendermi e per allontanare le accuse. Ero una ragazza di vent’anni, ingannata e maltrattata dalla polizia, che in un momento di crisi cercava di fare la cosa giusta. Per questo chiedo umilmente alla Corte di dichiararmi innocente”.
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