Ci sono segnali contrastanti, come da alcuni trimestri, per economia e mercato del lavoro toscani. È questa la sintesi dei dati esposti dalla Cgil toscana che ha fatto una prima analisi degli effetti della riforma denominata Jobs act sul momento del lavoro nel Granducato. Cresce il lavoro stabile per effetto degli incentivi ma a marzo c’è un calo degli avviamenti sul 2014 nonostante il Jobs act. La cassa integrazione è in calo di quasi 9 punti al netto della deroga mentre crescono i licenziamenti e la produzione industriale è anch’essa in lieve calo.
I numeri del lavoro in Toscana Gli incentivi della Legge di stabilità hanno fatto compiere secondo la Cgil toscana hanno fatto compiere un balzo delle assunzioni a tempo indeterminato che nel primo trimestre sono state 31505 a fronte delle 22921 del 2014 (+37). Se leggiamo il dato scomposto per mesi vediamo però che a fronte di una partenza sprint in gennaio, già a febbraio si è registrato un rallentamento ed in marzo, primo mese di vigenza del cosiddetto CTC con la riduzione delle protezioni dal licenziamento il dato si inverte. L’effetto ‘doping’ quindi pare tendere alla riduzione. «Addirittura nel marzo 2015 gli avviamenti rispetto al marzo 2014 sono stati il 9,6% in meno (53546 rispetto alle 49524 dello stesso mese dell’anno scorso) – ha spiegato Daniele Quiriconi di Cgil Toscana –. Da notare inoltre che la crescita degli avviamenti nel 2014 era stata dell’8,3% e quella dei tempi indeterminati del 4,9%». Da un’ulteriore analisi dei dati sul mondo del lavoro in Toscana si evidenzia anche che si riduce sensibilmente l’apprendistato a vantaggio del tirocinio, calano voucher, lavoro intermittente, a progetto, mentre cresce il contratto a tempo determinato. «Il saldo totale degli avviamenti è però solo di un piu’ 2,2% – ha aggiunto Quiriconi –. Il tasso di attività, dato assai più significativo di quello di disoccupazione è stabile intorno al 63,4% dei toscani in età di lavoro».
Gli effetti del Jobs act La cassa integrazione segna nel primo trimestre 2015 un calo dell’8,8% al netto della deroga che ha subito l’ennesimo sblocco e vedrà i pagamenti fino al dicembre 2014 solo dai prossimi giorni. Il dato consolida dunque quello dei trimestri precedenti. «Crescono gli iscritti ai centri per l’impiego di persone in cerca di lavoro, 595048 unità contro le 563201 dell’anno precedente come combinato disposto di un maggior numero di soggetti che ricercano attivamente un posto e dell’aumento dei licenziamenti che nel 2014, solo nell’ultimo trimestre sono cresciuti di 4500 unità – ha specificato Quiriconi –. Crescite record a Livorno (+149%), Lucca (+43,8%), Firenze (+38,3%), Siena ed Arezzo rispettivamente col più 34% e più 31%. Stagna inoltre in tutto il 2014 la produzione industriale con l’ultimo trimestre che plana al -1,1%, rimanendo ancora 25 punti sotto i livelli del 2007. Si conferma infine la buona performance dell’export con una crescita del 2,2% soprattutto nel TAC e nell’estrattivo. Pistoia con -18,2, Grosseto e Arezzo su cui pesano però gli aspetti anche speculativi riferiti al comparto orafo in controtendenza».
Nodi legati a donne e immigrati L’analisi sui redditi del 2013 in Toscana mostra ancora una persistenza differenza di reddito in relazione al genere e alla nazionalità. Donne e immigrati quindi, si specifica nell’analisi dei dati di Cgil Toscana, hanno redditi sensibilmente inferiori rispetto agli uomini, sia in relazione alla tipologia che agli orari svolti. Secondo Fabio Giovagnoli, presidente di Ires Toscana «senza una ripresa economica solida lo stock degli occupati ristagna e i segnali positivi rimangono ancora legati a fattori esterni o a incentivi temporanei più che a chiari interventi di lungo periodo di tipo strutturale e ad un persistere della restrizione del credito alle imprese». «Gli avviamenti al lavoro certificano la nullità del contratto a tutele crescenti come elemento di stimolo all’occupazione confermano l’effetto degli incentivi economici temporanei – ha concluso Daniele Quiriconi –ma lasciano pesanti incertezze sui prossimi mesi anche in relazione alla persistente fragilità del quadro economico caratterizzato dalla crescita dei licenziamenti e dalla stagnazione del tasso di occupazione complessivo».