Dagli inizi di dicembre a Chiusi (Si) sono scomparsi una decina di cani. Si tratta di animali adulti e di razza  labrador, rottweiler, draathar roano, bovari. In comune questi cani avevano il carattere bonario, oltre che un elevato valore. Come quello di due cani scomparsi il 5 gennaio scorso appartenuti a Thomas Trabalzini, nelle vicinanze del Lago di Chiusi. Un animale del valore di 1.500 euro. Trabalzini è anche un cacciatore, il suo draathar era abituato a muoversi per la campagna e per i boschi e l’assenza del cane per un così lungo periodo lo ha preoccupato. A circa un chilometro in linea d’aria da Trabalzini sono scomparsi altri due cani, due labrador, entrambi maschi adulti. Il fatto è accaduto un mese prima, il 5 dicembre. Vittorio Bartoli, il proprietario, è pessimista sulla sorte dei due labrador che sembrano finiti nel nulla. “Erano cani conosciuti dal vicinato – dice – ed è molto, molto, strano che nessuno li abbia visti”. Bartoli è convinto che i cani di sua figlia siano stati rubati: “Ho fatto denuncia per furto qualche giorno dopo – afferma rassegnato – perché è impossibile che nelle campagne e nei boschi non vi sia traccia dei loro resti nel caso fossero stati mangiati dai lupi. Poi c’è da dire che il territorio è battuto dai cacciatori, allertati per quanto sta accadendo”. “I cani sono scomparsi in un tratto di non più di 150 metri tra la nostra casa e quella del vicino”. Alla precisa domanda di sospetti a riguardo Bartoli risponde immediato: “Sarebbe stato avvistato un furgone bianco da più persone che girava in zona nei giorni in cui i cani sono scomparsi”.

Il furgone bianco ritorna in un altro episodio denunciato il primo luglio scorso a Pisa: “Il mio Jack è stato caricato su un furgone bianco da un uomo e da una donna, – scrive Anna sul gruppo facebook che si occupa di cani scomparsi Torna a casa Tore -, purtroppo non siamo riusciti a risalire alla targa e non c’erano telecamere”. E’ uno dei casi di cani scomparsi e mai più ritrovati.

Tra dicembre e gennaio di quest’anno altri casi di cani scomparsi si sono verificati intorno a Perugia e nel grossetano. A colpire è il numero elevato delle denunce ed il fatto che gli eventi siano avvenuti in zone o paesi circoscritti. Per questi episodi sono stati allertati veterinari, forze dell’ordine, associazioni venatorie, per cercare di ottenerne qualche traccia. Ma al momento niente, dei cani neanche l’ombra.

 

L’Associazione Italiana Animali e Ambiente ha stimato che nel 2017 i furti di cani denunciati siano stati circa 36.000, ed ha ipotizzato – sulla base di una propria autonoma inchiesta – che vi sarebbe ‘una vera e propria organizzazione criminale mirata a smistare i cani rubati in allevamenti abusivi nell’Est Europa, dove i maschi sono usati come riproduttori e le femmine come fattrici’. Il business ha volumi importanti, specie in Nord Europa dove il costo dei cani di razza è veramente proibitivo. Il bollettino delle scomparse è impressionante, sono molte le associazioni animaliste, l’Enpa in prima fila e i gruppi social che se ne occupano.

D’altra parte c’è da dire che non sempre un cane scomparso sia vittima di furto. Nel caso che il cane si sia perso, comunque, il microchip sottocutaneo dovrebbe aiutare al suo ritrovamento. La Legge 14 agosto 1991, n.281 impone a tutti i proprietari di cani di iscrivere il proprio all’anagrafe canina regionale, identificandolo attraverso un microchip sottocutaneo. Ciò avviene per mezzo di una piccola operazione eseguita dal medico veterinario, in maniera molto rapida e senza anestesia in quanto totalmente indolore. Per questo quando il cane scomparso non fa ritorno a casa o non viene ritrovato, può significare che si tratti di allontanamento volontario o che possa essere accaduto qualcosa di brutto.

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