FIRENZE – “Non ci rischi di razionamenti per l’approvvigionamento idrico di Toscana e Liguria”. Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale, alla luce del caldo torrido.

La rassicurazione nasce soprattutto dalla consistenza delle riserve accumulate nelle acque sotterranee, cioè le falde da cui dipendono i due terzi dei prelievi. Il quadro è di “severità idrica normale”, grazie alle piogge della primavera e dell’avvio dell’estate. Ovviamente ciò non significa che si possa contare su una risorsa infinita: al contrario, sprechi e usi impropri non sono consentiti e, dove necessario, l’Autorità di bacino interverrà, se necessario, con indagini mirate arrivando a stabilire misure di limitazione degli usi attraverso l’attività dell'”Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici”.

L’Osservatorio si riunirà il 7 agosto per fare una nuova ricognizione sullo stato della risorsa idrica, in maniera particolare sulle acque superficiali, ossia lo stato dei corsi d’acqua di Toscana, Liguria e di una parte dell’Umbria, che, a cominciare dall’Arno, hanno carattere torrentizio, legato alle piogge e alle riserve degli invasi.

Nel caso di Bilancino, Montedoglio, Levane, La Penna, Vagli e Brugneto in Liguria, gli invasi registrano percentuali di riempimento nell’ordine del 90%. Per l’Autorità qualche criticità si comincia ad osservare a carattere locale, da monitorare attentamente. Ma tutto ciò non incide sui consumi, anche elevati, che generalmente si registrano in estate nelle regioni di competenza.

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